Wednesday, February 06, 2008

Fughe

Si dice che il capitano non abbandona la nave che affonda! In questo caso, la mia fuga dall'Italia è coincisa con l'ammutinamento dei "centristi"(?) e l'inabissamento del Paese -che pure era già a buon punto anche prima-. Mi dispiace per voi, però in questo caso spero di vivere in maniera più distaccata le italiche pastoie, visto che di luce all'orizzonte se ne vede poca.

Mi chiedete notizie. Vi daró qualche accenno, mentre mi affanno a riprendere i fili del mio lavoro. Passando per Amsterdam, dove ho passato gli ultimi giorni della scorsa settimana per congresso -avevo qualcosa da scrivere a proposito, ma lo lascio per la prossima volta-, sono atterrato a Barcelona domenica. Nuovo Paese, nuova cittá, nuovo lavoro, nuovo appartamento, qualche altra novitá di cui alcuni di voi sono a conoscenza. Ancora non c'è internet a casa, e questo spiega un po' la mia assenza. Rimane ferma la vecchia fidanzata -e anche qui dedicherei una sessione apposita a proposito della terminologia, a cavallo tra lingue diverse-, e direi che riprendere il dialogo quotidiano dopo un paio d'anni di interruzione per ora è venuto piuttosto naturale. In realtá, due lavori: uno di ricerca, in cui per ora mi sento ancora un po' confuso, e uno clinico, che ho cominciato ieri come osservatore, per cercare di adattarmi ai colleghi, al funzionamento del posto, alla lingua, ai farmaci diversi. L'ambiente mi è piaciuto, la gente é semplice e sembra competente e appassionata.

Ancora mancano dettagli burocratici, come sempre. Non ho ancora firmato il contratto, nè mi sono iscritto all'Ordine dei medici. Per cominciare, stamattina, nuovo conto in banca: il terzo, dopo quello italiano e quello americano per qualche strano motivo ancora attivo, il quarto se si considerano gli spiccioli alle poste -dedicato agli acquisti internet-. Sembra un impero, ma altro che capitale! Sono lacrime sparse qua e lá. Come la mia roba, dispersa in tre Paesi e due Continenti, 5 appartamenti considerando la mia valigia ancora a casa dei genitori del mio amico Joan, qui a Barcelona.

Insomma, una bella ragnatela, in cui spero di accomodarmi e trovare un po' di riposo e stabilitá, almeno per qualche tempo.
Ora fatemi sapere di voi. Io vi terrò aggiornati.

5 comments:

Rosa said...

A quina hora escrius??
Benvingut

herdakat said...

Immagino che il tono dimesso sia dovuto alla stanchezza. Il cambiamento stanca, e non ci s'ha vent'anni. Almeno, io no. Credo poi che, sempre con l'età, si acquisti il gusto della serenità. Si riesce a godere con maggiore pienezza di cose semplici. Piantaci un po' i piedi, in codesta ragnatela, e goditi quella tranquillità, almeno per un po'.

Anonymous said...

La vecchia fidanzata è un po' sorpresa, anche se è certa che li sfugge qualche cosa nella traduzione.

Anonymous said...

Ciao ciccio,
a proposito di fughe, ti consiglierei, se non l'hai ancora veduto, into the wild del buon scion pen. Qui ci mancherai parecchio, c'è poco da fare. Ti salutano i miei, e anche loro tifano:"Aurembiaix!"

Lajules said...

Io ho vissuto a Mestre, a Londra, e a Washington, e ho concluso che non avrei la forza e il coraggio di trasferismi un'altra volta in un posto nuovo. Sara' che l'ultimo trasferimento americano e' ancora piuttosto traumatico. Ad ogni modo, capisco lo spaesamento, ma credo che nel tuo caso andra' tutto alla grande. La Catalogna, e il suo spirito anarchico, fanno bene all'anima delle persone intelligenti.