Sunday, December 16, 2007

Cose che solo in Italia

Mamma mia che goduria...valeva la pena sì, tornare! In circa 12 ore ho visto ben due volte il mio amico FB, per alcuni amici Francesco, per altri Beltra. Quello del blog Geometriaetica. Forse non era mai successo, a Firenze, giusto quella volta che siamo andati in vacanza - e che vacanza - insieme. Comunque, mi ha fatto venir voglia di scrivere quissopra!

Una cosa che pensavo già da un po' di giorni. Tanti mi chiedono cosa mi sia mancato di più del'Italia...e qualcuno ha pure la risposta bell'e pronta, tipo, il cibo! Invece no, per esempio il cibo in generale non troppo...al mitico Maccaroni Pennsylvania, meta del fine settimana per tutti gli Europei di Pittsburgh, si trova tutta roba importata, e a buon prezzo. Per cui, se ti cucini da te, nessun problema. Semmai il ristorante italiano è un altro discorso...

Comunque, distrattamente mi sono accorto di alcune cose che veramente mi mancano dell'Italia, e che mi sa neppure in altri Paesi del Mediterraneo ce l'hanno. Visto che sto per emigrare di nuovo, potrebbe essere una non salutare operazione nostalgia. Ma se avete suggerimenti, voi lettori casuali che vi siete imbattuti in questo vecchi blog ormai malandato, lasciate pure traccia!
Le prime cose di cui mi sono accorto sono:

- Il pane - il pane che c'è qui (e non quello toscano, per quanto non mi discpiaccia, ma il pane qualsiasi, da quello normale casereccio a quello cotto a legna)

- L'odore di cucina - stufato, arrosto con patate - che si propaga per la tromba delle scale uscendo di casa...che ogni volta il gioco è indovinare da dove viene...e controllare i succhi gastrici

- I giornali: il mio amatissimo Manifesto, ma anche Internazionale

Andrò aggiornando anch'io...

In a Funk

Per chi non l'avesse letto, di seguito il collegamento all'articolo del New York Times (13.12.07) sul "quadro clinico" dell'Italia...una fotografia piuttosto realistica, e quasi completa!

For those of you who didn't read it yet, below you'll find the link to the NYT article (13.12.07) about the sickness of Italy...I found it realistic, and quite complete!

http://www.nytimes.com/2007/12/13/world/europe/13italy.html?_r=1&oref=slogin

Thursday, November 22, 2007

The wall - open letter to Pittsburgh friends

Dear friends / Pittsburgh family,

For the pictures and all the nicest written thoughts I got from you my during last days there and before, I'll need a wall, to hang them all and have them in my eyes every morning. I still don't have that wall, since, as you know, I'm not sure where I'll be next.

But, more important, I'd need a wall to spread on it all the images of your faces I saved in my mind in all this time, either smiling, laughing or seriously engaged in some conversations or activities. I would also sketch on it the intense moments and experiences I had with each of you, to show everybody else. Again, the wall is not there yet, maybe is waiting somewhere, probably has still to be built.

So I'll have to keep all this inside, for the moment. I know I'll have a hard time trying to express the life I had in Pittsburgh beyond the mere events. As we agreed many times, Pittsburgh grows on you. I want to think it's because of the steelworkers past, so full of real life, which melted into the dynamic cultural activity around Universities, now mixing together many different people.

I'm sure that new exciting things are coming for everybody, but I'll miss this city and YINZ all.
In any case we'll meet again soon, this is certainly just the beginning: as we say, this is not an "addio", but only an "arrivedereci".
I'm not sure somebody said this before, but definitely "Ich bin ein Pittsburgher!".

A hug,
Marco

PS I turned a little bit sentimental during the last days there, so I hope you can forgive me if I went too far.

Bruxelles - Lisboa - Pittsburgh - Washington

Il team della mia amica portoghese/belga Ines, phD student qui a Carnegie Mellon (Università rivale con la mia:)), ha vinto una prestigiosa gara nazionale tra Università con una lettera su temi energetici a cui tutti i candidati per la Presidenza US dovranno rispondere. Sono finiti su USA today e non so che altro quotidiano. Qui il link alla pagina dell'Università (con foto), e qui, per chi fosse interessato, la lettera.

Serve il cervello, serve la fede (con la f minuscola!!!), serve che molte cose nella vita vadano per un certo verso, anche se magari non si è poi comunque del tutto soddisfatti. E serve coraggio, cosa che pure non le manca.

Beh, solo un esempio di qualche cosa buona che ci sfiora da abbastanza vicino, ogni tanto. Come dice la grande Milena Gabbanelli, conduttrice di Report, "...e adesso una buona notizia"!

Thursday, November 15, 2007

Governanti

L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga voterà no alla legge finanziaria. A renderlo noto è lo stesso presidente emerito della Repubblica in un comunicato. "Non condividendo la lettera inviatagli da inviatagli da Prodi, Cossiga parteciperà a votazione su approvazione finale della legge finanziaria e voterà contro la sua approvazione per protesta - si legge nella nota - contro l'intenzione della maggioranza di istituire una commissione di inchiesta sui fatti del G8 di Genova, in quanto contro la polizia di Stato e l'arma dei carabinieri".

Fonte: Repubblica, 15-11-07
Foto: blogosfere.com

Friday, November 09, 2007

Barcelona es esplendida malgrat els italians

...firmato Vinicio Capossela.

Sottoscrivo, e guardatevi il video (italiano con sottotitoli in catalano). Marco

Tuesday, November 06, 2007

Maestro di vita

"Buonasera, scusate se sono un po' commosso e, magari, si vede"...

Un altro padre che scompare, in questo caso un padre della parola scritta - come lo fu per me Manuel Vazquez Montalban - ma anche parlata. Credo di aver ricevuto una guida dalle sue parole, e da quella che si intravedeva essere la sua natura di uomo, con la sua fermezza, la sua serenita', la sua storia di partigiano.
Il mio ricordo di Enzo Biagi non e' legato all'editto bulgaro, col quale Berlusconi lo caccio' dalla televisione - e Biagi non si poteva certo qualificare come un feroce oppositore ideologico, il che faceva ancora piu' paura. Il ricordo e' quello di un giornalista, di un maestro, dell'incontro col suo primo libro letto, una serie di interviste dal titolo "Dicono di lei" (che ho in un'altra edizione da quella della foto).
Certo le vicende ultime non possono non restare nella memoria della nostra generazione, con le parole di Biagi: "Dalla Rai dopo 41 anni di servizio mi hanno mandato una disdetta con la ricevuta di ritorno. Bene, rifarei tutto quello che ho fatto. Sono sempre stato dalla parte di quelli che non vincono".

Wednesday, October 24, 2007

Sangue

"Io non credo al pregiudizio di sangue, al fatto che noi abbiamo un debito verso i familiari: i sentimenti si devono guadagnare. E comunque, credo che ogni figlio debba fare ciò che è necessario: compreso il cambiare pelle, rispetto ai genitori. Per poter sentire che la vita ci appartiene".

Sean Penn, commentando "Into the wild", il suo ultimo film.

Saturday, October 06, 2007

Videominuto

Take a look to the corti (short videos) from the last edition of the Videominuto contest (Prato, Sept 06). I couldn't find the ones from the 2007 edition, yet. The first 5 from the top, at least, are wonderful...I'll keep checking the others.

Just click here: Videominuto

Here the winner, "Fuga" ("Escape"), by Guido Giacomo Baroncelli.

Sunday, September 23, 2007

In Pittsburgh again

Well, I'm here again. Da ormai venti giorni, per un breve periodo ancora. Ho cambiato di nuovo casa, e ora subaffitto da Julien, un amico di Nantes che gia' conoscevo dallo scorso anno. La casa e' un appartamento in un lotto di edifici tutti uguali, un tempo di lavoratori del settore delle acciaierie. Era la zona in cui si erano stabiliti i migranti russi, detta appunto Russian hill.

Gran parte della famiglia dell'anno scorso se n'è tornata in Europa: Sandra, Anna, Josep (Catalunya), Ravinder (UK) i Vincent (France) hanno lasciato Pittsburgh. Altri sono rimasti (Marta, Pierre, Ana, Felix), altri amici sono ormai stanziali, per loro fortuna o sfortuna: tra questi Piero e Jitka, MaryRose e Laird. Un piccolo nucleo, a cui si aggiunge gente nuova, incontri ormai inaspettati e piacevoli. Ormai mi sento un po' caduco, con un piede qui e uno nella vecchia Europa, ma per il poco tempo che rimane resto attaccato alla vita del Burgh, forse più di prima, visto che già da tempo qualche radice che mi lega a questo luogo è spuntata.

Insomma, solo un breve aggiornamento, anche per chi, come gli amici Beltra o Alessio, non si sono rassegnati alla morte del blog. Ma è solo un passaggio fugace, almeno per adesso. Ero curioso di provare, in particolare, se ancora ricordavo la password, e se dopo tanto tempo il sito mi avrebbe lasciato entrare. Mi sono fatto prendere un po' la mano. La verità è che ogni tanto ci penso...questo potrei postarlo sul blog. Pero' le cose da fare ormai si accumulano, e non trovo l'energia sufficiente. Per cui credo che per ora resterà una una piccola fessura nel sipario calato, senza strappi di hitchcockiana memoria. Saluti.

Thursday, June 14, 2007

Epilogo: Gaza, guigno 2007

Ci sono cose su cui non è possibile mantenere silenzio e proseguire la meditazione. Alla fine anche Repubblica fa un bilancio su gli ultimi quarant'anni di storia palestinese...si vedeva da lontano, probabilmente adesso è troppo tardi. E' molto doloroso. Di seguito l'articolo di Viola (anche linkato); ovviamente non sono d'accordo con la terz'ultima e pen'ultima riga (d'altra parte Repubblica è un giornale di governo, e ci è arrivato e ci rimane seguendo questa linea).
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ESTERI:
GAZA, LA FOLLIA DEI PALESTINESI E QUARANT'ANNI DI OCCUPAZIONE MILITARE
di SANDRO VIOLA

Mahmud Abbas, il presidente dell'Autorità palestinese, ha ragione: quel che sta accadendo a Gaza è "una follia". Una guerra civile che invece di coinvolgere, come sempre nelle guerre civili, classi sociali diverse, interessi economici in conflitto, ha spinto nel precipizio una stessa massa di pezzenti impazziti. Gli uni e gli altri, quelli di Fatah e quelli di Hamas, senza lavoro da anni, tenuti in vita dagli aiuti alimentari dell'Onu, con montagne d'immondizie e minacce d'epidemie sulla porta di casa, una gran parte senza acqua né luce.

Una massa di disperati che si contendono il potere in un paesaggio di tremenda miseria. In quell'anus mundi che è oggi la Striscia di Gaza. Lo s'era detto giorni fa, e vale la pena di ripeterlo. I palestinesi appaiono incorreggibili. Invece di proporsi verso Israele e la comunità internazionale come interlocutori credibili in un negoziato di pace, essi forniscono pretesti e ragioni a quella parte della società israeliana che non vuole trattative, compromessi, accordi, sostenendo appunto che sul versante palestinese "non c'è nessuno con cui negoziare". E quindi sono loro, i dirigenti e i seguaci di Fatah e di Hamas, i responsabili dei combattimenti di strada in corso da giorni, delle vittime, del caos che stanno sconvolgendo Gaza.

Loro i responsabili di quella che sembra ormai la vera e più drammatica conseguenza dello scontro: il disfacimento dell'Autorità palestinese. Il vuoto politico, l'anarchia forse senza scampo in cui versano ormai i territori della Palestina occupati quarant'anni fa da Israele.

Tutta colpa dell'Islam radicale portato in Palestina da Hamas, e quindi delle divisioni innescate nella società palestinese (un tempo la porzione più laica del mondo arabo) dall'irrompere del fanatismo religioso? No, solo in parte. Ci sono altre colpe, altre responsabilità che hanno condotto alla formazione del contesto sociale e politico in cui oggi vediamo divampare un inizio di guerra civile. Questo è il punto da mettere in luce: il contesto, il quadro in cui sono giunti al punto d'esplosione le rivalità, la rabbia intestina, "la follia" dei palestinesi.

Ricostruire fase per fase, episodio per episodio, il formarsi del contesto da cui sono scaturiti i combattimenti di Gaza, sarebbe lungo.
Bisognerà quindi limitarsi ad elencare le tappe, i fatti principali. Intanto l'occupazione. Che cosa hanno prodotto nelle menti, nell'animo dei palestinesi, quattro decenni di occupazione militare israeliana? Quarant'anni di terre espropriate, di acque deviate verso le piscine delle colonie ebraiche, di ulivi dei contadini palestinesi tagliati alla base durante i raid dei coloni più estremisti, di rappresaglie devastanti, di code interminabili ai posti di blocco dell'esercito.

È mai stata fatta giustizia, da parte israeliana, dei soprusi dei coloni, delle inutili violenze dell'esercito ai posti di blocco, delle partorienti che rischiavano di partorire per strada e sotto il sole a picco, delle tre ore e più che uno studente impiegava per superare il reticolo dei check point e raggiungere la sua scuola o università a pochi chilometri da casa? È mai stata chiesta giustizia dalla comunità internazionale per gli "omicidi mirati" che l'esercito e l'aviazione d'Israele compiono da anni, vere ed proprie condanne a morte senza l'ombra di un'istruttoria o d'un processo? Sì, quella palestinese è una follia: e un episodio di ieri - due donne, di cui una incinta, che cercavano d'entrare in Israele cariche d'esplosivo per farsi saltare in un posto affollato - costituisce un dettaglio significativo della caduta della ragione nel mondo palestinese.

Ma un'occhiata al "contesto" per vedere se da esso siano venute alcune delle cause di tale follia, alcuni degli stimoli al suo scatenamento, è doverosa. È doveroso chiedersi quale altro popolo avrebbe sopportato senza perdere la ragione i quarant'anni che hanno vissuto i palestinesi. È vero: sono stati loro, con i loro kamikaze, ad imprimere una delle svolte più tragiche e bestiali al conflitto che li oppone ad Israele. Ma anche qui il "contesto" suggerisce qualcosa che va tenuto a mente.

I kamikaze di Hamas sono comparsi nel 2001, trentaquattro anni dopo l'inizio dell'occupazione. Non c'erano kamikaze, prima. Quanto ad Hamas, chi conosce le vicende della Palestina occupata sa bene quanta parte abbiano avuto gli israeliani nell'insediamento degli islamisti a Gaza e in Cisgiordania. Come nella seconda metà degli Ottanta fossero visti, da Ariel Sharon in particolare, quali utili contendenti dell'Olp di Arafat. Come ne vennero favorite la crescita e le attività, così da produrre due risultati: uno certo, l'indebolimento dell'Olp, e un altro auspicabile, lo scontro interno tra le due fazioni. Non c'è dubbio: oggi hanno ragione gli israeliani che sostengono l'assenza di interlocutori affidabili sul versante palestinese. Con chi si dovrebbe negoziare: con le bande armate di Hamas, con quelle della Jihad islamica, con i resti delle forze fedeli a Mahmud Abbas? No, con questi, a questo punto, non è possibile trattare.

Ma il "contesto" ci serve anche a vedere come siano stati bruciati da Israele quelli che forse avrebbero potuto essere gli interlocutori affidabili. Arafat prima, screditato, ridicolizzato dall'assedio posto da Sharon, per un anno e mezzo, al suo quartier generale di Ramallah, mentre Hamas convinceva i palestinesi che l'unica via d'uscita dall'occupazione fossero gli attentati e l'intransigenza verso "l'entità sionista". E poi Mahmud Abbas, bruciato anch'egli da Sharon al momento del ritiro da Gaza. Ritiro unilaterale, senza che Abbas vi avesse alcun ruolo, senza che vi fosse una sia pure simbolica consegna della Striscia all'Autorità palestinese. Forse l'atto più rilevante per la vittoria di Hamas alle elezioni palestinesi del marzo 2006.

E in ultimo sarà bene non dimenticare la sospensione degli aiuti e dei finanziamenti all'Autorità palestinese, decretati dagli Stati Uniti e dall'Unione europea dopo la formazione del primo governo Hamas, e in larga parte ancora mantenuta nei confronti del governo di unità nazionale Hamas-Fatah. Certo, sembrò giusto tagliare i fondi ad un'organizzazione come Hamas, che non ha mai rinunciato al terrorismo e non intende riconoscere Israele. Ma oggi bisogna forse parlare d'un errore. La povertà a Gaza è aumentata, la disperazione ha spento gli ultimi barlumi di ragione, e questo ha certamente avuto un peso nell'innesco dello scontro intestino.

Ecco, il "contesto" non va dimenticato. Quando si critica la politica dei governi israeliani, bisogna sempre tenere presente che Israele è l'unico Stato di cui una parte del mondo discute ancora sulla sua legittimità, sui suoi confini, e anzi contesta l'una e gli altri. Questo induce a giustificare, volta per volta, anche gli errori più gravi della politica israeliana. Ma d'altra parte, come ignorare che sono stati anche quegli errori a produrre "la follia" palestinese?

(14 giugno 2007)

Friday, May 11, 2007

Pausa di riflessione

...amici (e non), queste pagine non hanno ancora compiuto un anno, ma un anno fa e' cominciato comunque un viaggio mentale. Ho bisogno di un po' di respiro, e di disintossicarmi dal blog. Per cui, puo' darsi che ci sentiamo domani o anche tra qualche settimana.

Intanto, continuero' a leggermi i vostri, di blog - cosa che per la verita' ultimamente faccio di rado -, e per chi non ne ha...keep in touch!

A presto,
M

Tuesday, May 08, 2007

Campo base

Per la cronaca, di nuovo nel "Burgh".

Tuesday, May 01, 2007

Rotta verso Seattle, WA

Hello folks,

Domani me ne volo a Seattle, patria del "movimento no-global", del grunge (casa dei mitici Pearl Jam) e, meno nobile, location della serie "Gray's Anatomy".
Un pomeriggio di turismo e due giorni e mezzo di congresso.

Sono piuttosto curioso, ho sentito che la citta' e' bella e l'atmosfera molto liberal e rilassata, come mi immaginavo. L'unica seccatura e' che sono 8 ore di viaggio, visto che e' sulla west coast (3 ore di fuso orario), e da Pittsburgh non ci sono voli diretti. Facevo prima a tornare nella vecchia Europa...

Comunque, se qualcuno di voi c'e' stato e ha qualche consiglio, si faccia avanti! Grazie.
Vi daro' mie notizie.

Friday, April 27, 2007

Il cerchio comincia a chiudersi

Questo fine settimana si conclude il semestre, e, con esso, l'anno accademico. Ci sono stati gli esami, ora spazio solo alle celebrazioni per chi si "gradua" o si "dottora". Il campus è frenetico, gli studenti si muovono in giro con bassi cestini dotati di ruote per svuotare i propri appartamenti, e sembrano tanti, felici, "busy bees". Da lunedì i prati rimarranno vuoti, attraversati da qualche faculty che si sposta per una riunione. Finalmente si potrà sedere, sul bus, per leggere comodamente, invece che farlo avvinghiati a un palo, in equilibrio con tre persone.

Sarà come quel Maggio del 2006, quando scoprii questa città che mi apparve deserta, e brutta. Ricordo quegli stessi carrelli che scorrazzavano allo stesso modo alla mia seconda visita, a fine Agosto, per popolare i campus e dare un volto alla città. Da allora molte scoperte, posti insospettabilmente gradevoli, e soprattutto persone, che sono l'essenza dell'esistenza, dovunque si viva.

Wednesday, April 25, 2007

Il paradosso di Achille...

La tartaruga che sto accudendo è depressa. Sono 4 giorni che non mangia, se ne sta immobile muovendo solo la testa dentro e fuori dall'acqua...l'unico moto che osservo è lo spavento che le fa ritrarre la testa nel guscio. Credo che senta la mancanza dei legittimi proprietari, o semplicemente non sa l'italiano, come dicono loro. Insomma, il povero essere imprigionato in un acquario è più sensibile di quanto si creda. Chissà se risponde alla Sertralina...ma magari le toglie l'appetito ancor di più! Speriamo che resista.

Monday, April 23, 2007

Bona diada de Sant Jordi

La giornata di oggi, 23 Aprile, e' celebrata in Catalunya come la festa del patrono...
Riporta Wikipedia, "The main event is the exchange of gifts between sweethearts, loved ones and respected ones--historically, men gave women roses, and women gave men a book to celebrate the occasion. In modern times, the mutual exchange of books is customary".
Le numerose poesie catalane che magnificano Sant Jordi o l'amore in occasione di questa giornata non mi piacciono un granche'. Per cui, due righe relativamente attinenti da Joan Salvat Papasseit, autore del "Poema de la rosa alls llavis". Ben accetti altri suggerimenti, in qualsiasi lingua.
PROVERBI...
Així la rosa enduta pel torrent,
així l'espurna de mimosa al vent,
la teva vida, sota el firmament.
[As the rose swept off by the torrent,
as the flash of mimosa in the wind,
your life, under the firmament].

Friday, April 20, 2007

Per la Cronaca...l'e' tutto da rifare!

Oltre alle foto dell'harem di B*rlusconi, in cui lo psiconano ex presidente del Consiglio dei Ministri e' ritratto con giovani letterine sulle ginocchia, intento a esplorare qualcosa sotto le loro magliette, altre notizie non hanno avuto abbastanza risalto sulla stampa nazionale.

Sul Corriere galleggia a centro pagina: "Il Papa abolisce il limbo"..."salvi i bimbi morti senza battesimo"..."Il testo, di 41 pagine e intitolato «La speranza di salvezza per i bimbi che muoiono senza essere battezzati», è stato elaborato dalla Commissione di 30 membri, che funge da staff di consulenza per il Vaticano e in particolare per la Congregazione per la dottrina della fede". Quelli che sono morti fino a ieri chissa' che fine faranno: l'articolo non specifica se la sentenza sia retroattiva. A questo punto dovranno fare un corollario per la Divina Commedia, decidendo se il limbo va cancellato o no, ed eventualmente redistribuire le anime in maniera equa, tenendo conto del sovraffollamento delle carceri.

Uno dei motivi dello scarso risalto dato a questa notizia, che con sincerita' non vedo secondaria alla presenza del suddetto psiconano ai congressi di DS e DL, e' forse lo sciopero di Repubblica, in corso da alcuni giorni. La testata, infatti, non manca quasi mai di dedicare il paginone centrale all'alto clero.

Wednesday, April 18, 2007

Corollario(i) - qui è un casino, Kitt!

...segue dal post precedente, chi non lo avesse fatto lo legga e resterà di stucco.

Primo: nel lettore della macchina ci ho trovato pure un CD non rigato di Leonard Cohen ...quindi ho tutto il diritto di chiamarla davvero supercar, o la fantastica macchina di plastica.

Secondo: ma Michael Knight aveva una vita sentimentale, o almeno sessuale? Si limitava a flirtare con Bonnie, ma poi aveva una storia con Devon Miles? O era talmente frustrato che ha dovuto fare Baywatch per rifarsi, e per ristrutturarsi la reputazione? Certo, il passaggio di consegne tra i due ruoli di Hasselhoff, il puritano Michael e il libertino Mitch Buchannan, la dice tutta sulla deriva della morale. Mi sorprendo che Giuseppe e Tarcisio non abbiano ancora espresso la loro opinione in merito.

Sul tema, poi, potrei andare avanti all'infinito: tipo, ho appena scoperto che Baywatch è stata la serie più vista in TV in tutto il mondo, che David Hasselhoff sta preparando il ritorno di Knight Rider per il 2008 (vediamo se riesco a rifilargli Kitt per 500 dollari) e che è un cantante famosissimo in Germania, dove ha tenuto un concerto nell'89, per la caduta del muro, con 500mila spettatori (fossi Papa io questo mi preoccuperebbe molto, ma molto di più).

Ora basta, vo a letto.

Tuesday, April 17, 2007

Ce l'ho io!

Qualche giorno fa è apparsa sui giornali la notizia che sono stati messi in vendita i quattro esemplari usati per la serie TV Knight Rider - conosciuta in Italia come Supercar e in Spagna come El cotxe fantastico- (cliccare per credere).
Quella serie è stata un pezzo della mia infanzia, e non ho potuto resistere. Si, è vero, grazie alle mie amicizie e a un po' di fortuna uno dei quattro Kitt è mio...
Invidiosi, eh? E non pensate che sia una volgare imitazione completamente in plastica, magari prodotta dalla Saturn. Cammina davvero...come si dice, "je manca solo 'a parola!", che poi la voce di Kitt era "un'ottava sopra il rutto".

Tutto questo in cambio di qualche ora di turtle-sitting: in sostanza ogni due giorni devo andare ad alimentare la tartaruga di David Hasselhoff, in arte Michael Knight (che nella foto in alto dice proprio: Marco, lo voglio dare a te questo catorcio!). Tutto vero! Mi voleva lasciare da accudire anche un dalmata di 60 chili, ma mi sono fermamente opposto.

Ora devo andare..."vieni a prendermi, Kitt!".

Monday, April 16, 2007

Virginia Tech: commenti?

Non ho ulteriori riflessioni, intelligenti e non, rispetto a quelle che tutti voi avrete fatto e potreste fare - il degrado culturale e ambientale, i media, le armi, la rifle association e la distorsione del valore costituzionale della libertà. Vivendo da questa parte, non si possono che condividere ancora di più, anche se in una città universitaria come Pittsburgh, che ha una respiro vitale più ampio della mera città campus come può essere Blacksburg, sede di Virginia Tech, queste cose non si avvertono. Ma probabilmente anche in un posto come quello, con il campus in the middle of nowhere, nessuno si aspetta niente finchè non succede, o tutti sanno che prima o poi potrebbe. Da Pittsburgh la Virginia non è poi lontana, ci si arriva in macchina in un 5 ore, che da queste parti non è molto, un sacco di gente qui ha amici e figli di amici che studiano a Virginia Tech.

Mi riservavo una foto per qualche post successivo, ma perchè non postarla ora, che cambia?
Questo è un sabato normale di qualche mese fa, quello che spunta nella foto è il mio ex coinquilino, eravamo entrati a curiosare da un Decathlon, Cisalfa o Nencini sport qualsiasi...un documento, ti controllano la fedina penale, riempi un foglio, e te ne vai sicuro ad allenarti sui piccioni...se cliccate sulla foto si vede ancora meglio...

Friday, April 13, 2007

Recentemente

E' un periodo denso di lavoro, con discreta soddisfazione per il ritmo e la mia personale organizzazione. Questa è la principale spiegazione del perchè il blog sonnecchia -non me ne cruccio- e le mie visite alle a quelli degli altri sono scarse. Si è ridotta persino la frequenza con cui faccio il mio abituale giro sul web, più volte al giorno (purtroppo Repubblica, purtroppo Corriere, talvolta il Manifesto - sono abbonato, ma 1) purtroppo ha la password che è uno strano numero e non può essere salvata, e 2) purtroppo spesso trovo roba troppo interessante che mi distoglie dal lavoro -, talvolta Grillo, il NY Times - purtroppo il sito è un po' incasinato - il sito della Fiorentina - serve come washout, per disintossicarsi da qualsiasi pensiero, ma se hai fortuna ti puoi imbattere nella foto di Metellone al Golden Gate con la maglia viola). Insomma, tutto questo si è drasticamente ridotto, nelle ultime due settimane, ed ho anche finito con sommo dispiacere di leggere la autobiografia di NR Mandela, che mi ha accompagnato come un padre ogni sera e ogni mattina, al risveglio, nei dieci minuti di bus.

Ma le mie serate si sono rimpite di film, grazie al fantastico sistema di librerie, Carnagie Libraries of Pittsburgh, in cui si trova di tutto, si può noleggiare più film per una settimana, prenderli in un punto della città e riportarli in un altro più conveniente, e soprattuto completamente gratis! Così, come mi viene, nelle ultime serate si sono succeduti Raging bull (Scorzese), grande film, The milion dollar baby (Easwood), ottimo film, Le fils (Dardenne), grande pure questo, come anche il rinomato Underground (Kusturica), Maria full of grace (Marston), non male, con una protagonista che vale da sola il film, A fish called Wanda (Charles Crichton), eccessivo e pesante. Due righe in più voglio spenderle per gli ultimi due visti, quindi "prinicipia a avviare i curturale", chi cambia canale fa bene.

Spike Lee mi è sempre piaciuto, Mo' Better Blues, Jungle Fever, Fa' la cosa giusta sono nel mio cuore, col loro ritmo dinamico, un po' incazzato un po' rassegnato. Oltretutto è innegabile che quest'uomo sia un sibolo. Anche Malcom X è un gran film. Non so dire perchè mi sia piaciuto così tanto Crooklyn, un film che può sembrare quasi statico, se ci si ferma alla trama. E' una sorta di percorso di formazione: dallo spaccato iniziale della famiglia Carmichel, della quale tutti i componenti sono così reali e vivi, l'obiettivo stringe sulla piccola Troy, unica femmina di numerosi fratelli. Cresciuta in mezzo ai maschi, Ladybug, come viene chiamata affettuosamente dalla madre, è la più piccola ma la più tosta e matura, e la sua schiena di bambina di 10 anni tenterà di portare grosse responsabilità. Il film è leggero, pieno di bellissime canzoni R&B, e ho avuto davvero bisogno dei sottotitoli per seguire la tipica cadenza black brooklyniana.

Avevo già visto Personal Velocity (di Rebecca Miller, scrittrice e figlia di Arthur). Me ne sono accorto alla prima scena, senza dubbio, ma sono rimasto a guardarlo scorrere. Tre storie di giovani donne ameircane che tentano di cambiare la sorte avversa, e forse ci riescono, anche se non è detto che riescano a liberarsi dei propri difetti. Il film è tagliente e le immagini sono bellissime. Le protagoniste, outstanding. Il messaggio finale è degno del film, e richiama alla vita e, perdonate l'espressione, alla speranza.

Sunday, April 08, 2007

Per completezza...

...giovedì scorso Eric ha compiuto 21 anni...e nel frigo è magicamente comparsa una testuggine romana fatta di 27 lattine di Coors light, che più passano i giorni più si spargono per la cucina prive del loro liquido contenuto.

Cheers!

(Per completezza...vedi ultimi due post, Lost, and found I e II).
Image from allposters.com

Wednesday, March 28, 2007

Lost and found, II parte

...segue dal post precedente.

Cristine e Eric si scrivono spesso, ogni giorno, ormai. Lei rientra dalla lezione e trova un altro commento, ma non lo cerca in chat, perché lui non è ancora tornato da Arby’s, turno di pomeriggio. Eric e Cristine parlano a lungo al telefono, tutti e due hanno Verizone, cool, un sacco di minuti gratis.

Dopo un mese Cristine conosce Eric più di quanto abbia conosciuto chiunque altro nella vita, a parte sua madre. Ed Eric sa che Cristine ha visto almeno cinquanta volte Gladiator e trenta Kill Bill, e che ha una voce sottile ma forte. Un mese e mezzo, e si scambiano le foto, hanno un po’ di paura ad aprire il file. Dopo due mesi la Hyunday di Eric attraversa il Missouri, un pezzo di Illinois, l’Indiana e l’Ohio, e dopo mille chilometri arriva in western Pennsylvania.

Eric sa già che riempirà un’application per il College, a Pitt, che prenderà in una sacca i suoi vestiti e rifarà quella strada, presto. Troverà una stanza al piano terra di una grande story house, dividerà la cucina con un italiano che non sta mai a casa, e Cristine porterà nella sua stanza i suoi 150 dvd, che non sopporta più quella stronza della sua compagna di casa. Tutti e due dormiranno, di pomeriggio, dopo la lezione di danza, al risveglio Eric farà cadere un bicchiere per terra, e usciranno per un sandwich da Panera. Eric aspetterà la chiamata da Harris Grill, per qualche giorno di apprendistato e forse un lavoro, ma intanto avrà tempo di pulire bene la sua stanza, che il prossimo fine settimana la madre di Cristine sarà in città, per il recital della figlia.

Lost, and found...

Eric è del Nebraska, ma vive in Oklahoma. Ha vent’anni, studia Educazione al college e lavora da Arby’s. E’ estroverso e gentile, sa cucinare maccaroni and cheese ma di solito rientra a casa con una pizza take away. E' piuttosto sovrappeso e ha due occhi azzurri vivi. Eric è parzialmente sordo. Gli amici gli parlano più forte, agli estranei deve chiedere spesso “What’s @?”. Porta t-shirt chiare e scarpe da ginnastica, e in casa cammina scalzo. Gli piace che la sua stanza, in affitto da un amico, sia pulita, ma non è organizzato, quindi la stanza è un casino. Eric ha una ragazza conosciuta in un bar, che lavora full-time e spesso gli offre da bere. Segue Lost – tv serie –, è persino iscritto al sito web, commenta gli episodi e legge i commenti degli altri.

Tra le quattro e le cinque insegna tap. Cristine è una ballerina. Tra qualche mese i suoi allievi faranno un piccolo recital. E’ del nord della Pennsylvania, ma si è trasferita nel middle-west per andare al college. Ha diciotto anni, gli occhi verde smeraldo su un viso pallido e una coda di capelli crespi, neri. E’ timida, e si nasconde dietro gli occhiali, se non ti conosce. A Pitt divide una stanza alla casa dello studente con un’altra, più grande, a cui piace un po’ comandare. Cristine, quando rientra in camera, nel pomeriggio, non ha voglia di parlare, accende il portatile, apre il frigo e beve un lungo sorso dalla bottiglia, e si siede con la schiena appoggiata alla testata del suo letto e il portatile sulle gambe. Dà un’occhiata al suo profilo, su my space, lancia messenger, guarda le foto che la sua amica della high school ha postato nella sua pagina. L’icona del messenger lampeggia, in basso, sua sorella è in linea anche lei. Non legge la chat, gira sul sito di Lost – tv serie – per vedere se ci sono commenti dopo quello che ha lasciato ieri notte. Ce ne sono un paio, sweet!, risponde ai commenti e poi chatta con sua sorella.

Pic: Litchfield Towers (Pitt's dorms)

Sunday, March 25, 2007

Appunti sulle proteste al quarto anniversario, 3° e ultima parte

a Pittsburgh, 24 Marzo. Si è toccato l'apice!

Solo questo...una band di strada (tipo i fiorentini "fiati sprecati") suonava e cantava una versione americana di Bella ciao, con un testo distorto che poco aveva a che fare.

Mi sono ritrovato a cantare, da solo, la versione orginale al megafono, camminando su Craig south, e hanno preteso il bis tra Fifth e Bouquet street.

Un successo di pubblico e critica, chissà se anche qualche agenzia federale avrà preso nota.

Tuesday, March 20, 2007

Appunti sulle proteste al quarto anniversario, 2° parte

la marcia al Pentagono.

Metti un italiano, quattro catalani, due francesi e un olandese a Washington, un sabato mattina in cui il vento tagliente ancora spazza le strade. Metti un giorno di Marzo, a 4 anni dall’inizio della guerra in Iraq e a 40 da quella in Vietnam.

Camminiamo da Capitol Hill lungo quella striscia di terra che si estende fino e oltre l’obelisco del Washington memorial, paralleli alla Reflecting pool, il lungo specchio d’acqua che ha riflesso alcuni momenti della storia recente. Avvicinandoci al punto di ritrovo, tra Constitution avenue e la 22ma, ci troviamo stretti in un imbuto umano fatto di due ali di energumeni vestiti parte in divisa militare parte in tenuta di pelle da motociclista, con baffi a caduta inclusi. Il passaggio si restringe, e nelle orecchie cominciano a penetrare parole, USA, Jihad e molte altre, sempre più confuse, fino a che decidiamo di sfondare di lato e uscire dalla gabbia.

La contro-manifestazione dei veterani e dei falchi fiancheggia per quasi tutto il percorso, dal Lincoln memorial fino al ponte sul fiume Potomac. Tra i due fronti, poliziotti a cavallo. Traditori, terroristi, se non vi piace andatevene dagli US, la pace attraverso la forza, questi alcuni slogan nei cartelli e dalle gole dei contro-manifestanti. Qualcuno fa il gesto di sparare con una pistola di tre dita su noi manifestanti. Le bandiere americane sventolano con orgoglio fuori, in questa ala inquietante che costeggia il corteo, ma anche dentro, dove sta l’altra metà dei veterani, quella contro la guerra. E paradossalmente, a un certo punto un grido all’unisono si leva da tutti e due i gruppi, tuonando “U-S-A, U-S-A”, come a rivendicare l’orgoglio di questo Paese in cui tutto sembra iniziare e finire.

Dopo il fiume, il corteo si distende vicino al cimitero dei veterani, Arlington, e fino alla spianata davanti al Pentagono, dove pochi solitari tentano di sfondare il posto di blocco, mentre la maggior parte si divide tra il comizio principale e alcuni monologhi sparsi. La piccola moltitudine di circa 10000 persone ha sfidato il freddo durante la marcia, ma poco sopporta il freddo e le parole dei congressmen dal palco, e si disperde rapidamente.

Pure il gruppo dei coriacei europei si ritira verso l’ostello della gioventù, dove il giovane disobbediente Geoffrey non è stato arrestato per la 23ma volta. La sera, ci facciamo guidare da un volontario dell’ostello dentro la “diversità” del quartiere del giorno prima, Adams Morgan, storico nucleo di integrazione raziale sperimentale a W. Ma, prima di partire, giro di presentazioni: più di metà del gruppo, cioè noi, è a W per via della marcia. La guida è sorpresa della nostra giovane età rispetto alla media delle manifestazioni nella capitale, in gran parte vecchi hippies senza ricambio generazionale. Poi gli scappa, candidamente:”Allora meglio che non vi dica chi ho votato”. Certo che come no-global pacifisti incazzati non facciamo proprio paura a nessuno! Più tardi, nel bar, gli offriamo persino la birra.

In alto e in basso: il corteo. Al centro, a destra: la contro-manifestazione pro-war
E' sempre possibile ingrandire le foto cliccandoci sopra, anche per vederli nel viso, quelle facce di...bronzo!

Appunti sulle proteste al quarto anniversario, 1° parte

la fiaccolata di venerdì 16 Marzo.

Manifestare nel cuore dell’Impero è una bella sensazione. Soprattutto perché capisci che anche qui molta gente non vuole (più?) la guerra in Iraq.

Quattro ore in macchina dividono Pittsburgh da Washington DC. Venerdì nevicava, e sulla Turn Pike le spargisale te lo spargevano addosso, il sale, alterando la visibilità più della neve stessa. La conversazione con Enrico è stata ampia e piacevole.

La cattedrale di Washington era affollata da una moltitudine di cristiani per larghissima parte non cattolici, che cantavano e ascoltavano testimoni dall’Iraq, o leggevano i passi delle mamme dei soldati morti, o le ultime lettere dei loro figli. Sarebbe stata un buon brodo di coltura per quelli che da noi si chiamano catto-comunisti, tra cui alcuni miei buoni amici.

La fiaccolata è partita alle otto di sera, e, contro un vento gelido retro-invernale, in poco più di due ore ha coperto le 3 miglia e mezzo fino alla Casa Bianca, presidiata da pochi agenti in tenuta antisommossa. “We shall overcome”, soffuso e pacato, a più riprese accompagnava una leggera nevicata.

Joe G , un uomo tra i 60 e i 70 dal tipico aspetto di (non)catto-comunista (dalla barba bianca alla giacca a vento da montagna blu, capito il tipo?), era il contatto di Enrico. Quando ho chiesto a Joe se avrebbe partecipato alla manifestazione del giorno dopo, mi ha risposto candidamente che la moglie aveva in programma di farsi arrestare, quella sera, e che il giorno dopo l’avrebbe dovuta supportare mentre era dietro le sbarre. Wanda, all’ultimo momento, ci ha ripensato, e verso le tre di notte se ne è tornata a casa. Ma altri duecento, età media dei miei genitori, hanno placidamente violato la zona di sicurezza davanti alla White House, sono stati ammanettati e perquisiti a uno a uno, e caricati su autobus di linea fino al commissariato. Avevano ricevuto uno specifico corso per la disobbedienza civile, compresa lezione di diritto, e al mattino erano già a piede libero. Per gli altri, che non avessero fatto il corso, un volantino raccomandava di astenersi dall’arresto, please.

Dopo mezzanotte qualsiasi città americana è deserta, e W non fa eccezione, neanche di venerdì sera. Il nostro viaggio in subway verso il quartiere di Adams Morgan, alla ricerca di cibo, è stato un mezzo fiasco. Comunque, io ero con un panino dalla mattina, e a quell’ora qualche pizza slice in un buco con 20 libanesi al servizio e un solo avventore, a parte noi, è andato più che bene.

Verso l’una ci stendevamo sui divani di una scuola, e nè l’uomo il cui russare fa tremare la pareti né l’andirivieni di Wanda hanno disturbato il nostro sonno, dopo una lunga giornata.
PS: E' possibile cliccare sulle foto per ingrandirle...

Monday, March 19, 2007

Vito's anatomy

Mi stavo mentalmente preparando a scrivere del fine settmana passato a Washington DC e delle manifestazioni contro la guerra in Iraq cui ho partecipato...ma sono quelle cose che hai voglia di far sapere ma non veramente di raccontare, e il racconto diventerebbe una cronaca da due soldi. Lo farò quando mi verrà voglia.

Tornato a casa sotto una pioggia noiosa, dopo essermi cucinato una veloce pasta alla boscaiola per stasera, domani e i mesi a venire (l'ho buttata nella pentola a occhio), e dopo aver lavato il piatto e un paio di bicchieri arretrati, ho fatto un giro sull'email, spinto dall'abitudine.

Alcuni amici non si fanno sentire per mesi, e a volte questo ti fa sembrare veramente lontano. Ma basta che tu faccia un piccolo passo, ti accosti leggermente, e ti restituiscono qualcosa che non è nemmeno il credito dei mesi passati, è qualcosa di molto, molto di più. La lunga email di Vito, a cui avevo scritto due righe di auguri per l'onomastico, come si usa tra la gente del Sud, è stata l'ultima di un piccolo filone di epistole strappalacrime. Segue a breve quella dell'inafferrabile Moisè Cecconi, amico latitante ma che sa essere melodrammatico al punto giusto, quando vuole.

L'email di Vito l'ho letta proprio lì, sul tavolo della cucina, dopo aver cercato notizie della manifestazione di sabato nei TG italiani. Ed ho alternato attimi di commozione a grasse risate, specialmente nel vedermi riflesso in una celebre frase pronunciata ormai 10 anni fa, durante le lunghe serate sul libro e l'atlante di anatomia. Se non fosse che sono cose personali, e che gli autori potrebbero chiederne i diritti, incollerei queste email qui sul blog, che ognuna vale molto più dei miei post.

Sono cose che ti rimettono al mondo, perdiana, e davvero ti ricordano quanto valga la pena, quel piccolo passo.

Nei prossimi post il meme (come lo chiamano i blogger) che mi chiedi, Vito. Te lo devo.

Thursday, March 15, 2007

Se una notte d'inverno...

Come alcuni di voi sapranno, tra le mie numerose imperfezioni c'è quella di soffrire d'insonnia. Non è una cosa costante, e varia in frequenza a seconda dei periodi, ma direi che rientro in pieno nella definizione. E' così da molti anni, ma con l'età si sta acuendo, e le responsabilità diurne rendono la cosa più fastidiosa. Vi rispamio le ipotetiche cause, molteplici; chissà che prima o poi non ci torni su, nel blog. Le caratteristiche della mia insonnia sono variabili, la cosa più frequente è il risveglio verso le due o le tre, senza possibilità di riaddormentarmi. In questi casi si provano tutte, per cercare di dormire, girandosi su se stessi cento volte, con inevitabile seccatura che peggiora la situazione.

Due giorni fa mi sono casulamente imbattuto in un seminario sul sonno tenuto da una psichiatra dell'Università. Calcava molto la mano sul concetto che il letto serve solo per dormire e per fare sesso, e non si deve stare a letto se non si dorme (o si fa sesso). Per cui suggeriva, in caso di risveglio per più di mezz'ora di seguito, di non rimanere a letto, qualunque ora sia, ma di alzarsi e fare qualcosa. Quest'attività dovrebbe essere un qualcosa di non fisicamente e mentalmente impegnativo, che altrimenti risulterebbe più attivante. Uno degli esempi che faceva era quello di riordinare le fotografie. Ora, se solo mi immagino alle tre di notte a riordinare foto mi sento un bischero, come si direbbe a Firenze. Ma secondo voi, che cavolo potrei fare?

Come si dice sempre, "prima di tutto la salute", o "quando c'è la salute...", quindi stavolta non mi deludete, ho bisogno dei vostri consigli su possibili attività notturne.

E buona, hem, notte.

Friday, March 09, 2007

Nave senza nocchiero?

...appunti sulla politica italiana per uno straniero.

Le leggi elettorali cambiano, i governi cadono, agli occhi degli stranieri la politica italiana è incomprensibile. Non lasciamoci ingannare dalla cronaca. L’Italia è il Paese europeo che ha mantenuto la maggiore stabilità politica, negli ultimi 50 anni.

Molti si chiedono quale sia il segreto dell’Italia, che riesce a rimanere a galla nonostante tutto. E’ proprio il suo sistema politico, che tra accordi, sfiducie, rimpasti, governi tecnici ed elezioni anticipate, riesce a mantenere una solida filosofia politica di base e, sul piano materiale, una costanza dell’orientamento e della programmazione. Il tutto ispirato ad un ideale cattolico, moderato e legato al debito storico verso l’alleanza atlantica, e improntato ad una gestione conservatrice. Maggioranze solide e decentrate o effettiva rappresentanza delle minoranze farebbero rischiare mutamenti politici reali nell'arco di cicli annuali o addirittura quinquennali. Riforme e controriforme, insomma, porterebbero davvero all’instabilità. Il governo più stabile, il Berlusconi secondo, ed il suo Parlamento, sono comunque rimasti ancorati nel mezzo, con moderate aperture alle frange di estrema destra e xenofoba, possibili grazie a concessioni ancora maggiori al centro reazionario.

Al di là delle apparenze, la rotta è chiara. Purtroppo la realtà circostante è mutata, e le sfide non sono più quelle degli anni ‘50 né dei ’70. Al posto fisso è subentrato il precariato dilagante, all’industria la finanza, alla produzione artistica e culturale la distrazione a fini commerciali. La burocrazia non si è mai adeguata al dinamismo e agli scenari mutevoli del presente e del prossimo futuro. Il turismo regge, grazie ai nostri antenati di cui ci ricordiamo sempre meno.

Nonostante il temperamento tragicomico e l'autoironia di noi italiani, navighiamo su una solida corazzata. Anche Dante dovrebbe ricredersi. Ma forse la nave è talmente solida e rigida da non riuscire ad adattarsi al cambiamento dei venti e a navigare in acque più basse. Sembra che non potremo fare altro che stare a guardare, ancora una volta non dipende da noi.

Monday, March 05, 2007

Pan's Labyrinth

Qualcuno l'ha visto (Il labirinto del fauno)? Io sì, e l'ho trovato un gran bel film. Due righe sono su Ulysses.

Friday, March 02, 2007

Bus life

Quando alle otto di mattina , subito prima di entrare al lavoro, l’anziana conduttrice di colore ti saluta:” Have a nice day, sweet heart”, la giornata si mette subito bene. E’ la stessa che aspetta anche se e’ scattato il verde, quando ti vede sbucare di corsa da dietro la cantonata. Altri, invece, sono meno cortesi, non aprono la porta di dietro per farti scendere anche se nell’autobus c’e’ la calca e per arrivare a quella anteriore devi spalmarti su tutta la fila. E poi non te la mettono mica facile, da queste parti: si paga o si mostra la tessera al salire se da fuori citta’ si va in direzione di downtown, viceversa si paga all’uscita. E’ curioso, sara’ pure per una questione di traffico, pero’ crea sempre una certa confusione... e ti trovi pure quelli incazzati, che, se ti vedono dubitare, gridano in tono marziale: “Only when you get off!”. Quasi nessuno paga, ne’ gli studenti e i dipendenti dell’Universita’, ne’ gli anziani. Il che include i tre quarti della popolazione. Un dollaro e 75 la corsa, se ce l’hai precisi bene, senno’ lasci due. Ma gli autisti buoni, se non hai il cambio, ti fanno cenno di tirare dritto. Tipico e’ quello seduto in prima fila che dorme. Ce n’e’ sempre almeno uno, di solito afro-americano, di una certa eta’, che occupa due sedili. Forse e’ di serie. La testa che gli balla, un sacchetto del supermercato, il giubbotto consunto che si fonde con la fodera dei sedili, di un tessuto sdrucito rosa, con disegnati, una volta, giochi floreali.

Thursday, March 01, 2007

In quattro parole

Semplicemente geniale...chapeau!

da il Manifesto, giovedi' 1 marzo 2007.

Wednesday, February 28, 2007

Nella migliore delle ipotesi...

1) Per votare alle elezioni in cui verra' eletto il Berlusconi 3, io non torno

2) Per rodermi il fegato sotto un governo di larghe intese (col Vaticano e con gli USA) o sotto un governo tecnico (con Ruini e la Rice architetti della corte), io non torno

Speditemi la mia roba dovunque io sia, genitori. E per gli altri, venite a trovarmi in esilio volontario.

Comunque vada, che Paese di merda! Sempre di piu', se ancora ce n'era bisogno.

Tuesday, February 27, 2007

Frammentari commenti sugli Oscar 2007...

...li trovate su Ulysses (un blog alla volta)!

Thursday, February 22, 2007

Per quanto ancora dovremo pagare pegno alla nostra storia?

Le mie prime parole sono state dure nei confronti dei dissidenti Rossi e Turigliatto, e qui le ribadisco. Perche’ erano parte della maggioranza, e saranno ritenuti responsabili di eventuali “altri 10 anni di berlusconismo al timone o 100 anni di grande centro vaticano”, come qualcuno ha commentato. E anche perche’ hanno perso un’occasione storica di dare un importante segnale di unita’ nel senso di una politica estera lievemente piu’ orientata all’Europa, per quanto ancora subalterna agli Stati Uniti e al Vaticano. Non si puo’ non tenere presente la replica di D’Alema agli ambasciatori americani in Europa, il vestito a stelle e strisce di Berlusconi, e anche i Dico, per quanto rappresentino un compromesso mutilato e sgraziato su diritti indiscutibili. D'altra parte le condizioni teoriche e pratiche per fare la rivoluzione non ci sono.

Alcune riflessioni a mente fredda, se si puo’. Rossi e Turigliatto non sarebbero stati comunque sufficienti. Turigliatto era fuori dell’aula, quindi non contava nel numero legale. Anche se entrambi avessero votato, il quorum per approvare la mozione si sarebbe alzato di uno, e i loro voti non sarebbero bastati.

Che non fosse possibile e nemmeno giusto fare affidamento sui Senatori a vita si sapeva dall’inizio della legislatura. Ma, come nota il Manifesto, non puo’ non rimanere il dubbio che quella dei tre astenuti sia stata una reazione proprio alla volonta’ dell’Unione di smarcarsi, almeno nelle intenzioni - per convinzione o per compiacere l'ala sinistra –, dal vassallaggio verso gli Stati Uniti e verso il Vaticano. Cossiga si e’ schierato apertamente, in virtu’ della propria “storia atlantica”. Del resto e’ stato sponsor di Gladio e molte altre nefandezze italo-americane. Pininfarina e’ un grande industriale, che e’ stato aiutato dalla Chrysler-GM a fare il salto di qualita’, ed e’ uno degli sponsor principali della TAV Torino-Lione. Non era atteso al Senato, ieri, alle cui sedute non partecipa mai, pero’ e’ arrivato, per l’iniziale sollievo e poi il dramma dell’Unione. Su Andreotti, che ha scritto di proprio pugno la politica italiana del dopoguerra, spalleggiato dal Vaticano, non credo che ci siano parole da aggiungere. Le dichiarazioni dei giorni precedenti erano state in supporto della mozione D’Alema, le parole pronunciate in aula erano gia’ tipicamente vaghe...che abbia cambiato opinione all’ultimo minuto, per la replica di D’Alema su Vicenza e sulla discontinuita’ rispetto alla politica estera precedente, e che non avesse chiare le conseguenze, non lo crede nessuno.

Wednesday, February 21, 2007

Profonda amarezza...

Non che il governo progressista avesse dato un nuovo volto al Paese, ma l'idea di tornare alla destra e' avvilente. Non so chi di voi ha seguito, ho solo letto la cronaca e la dichiarazione di Giovanni Russo Spena, che in questi primi momenti sento di condividere, per motivare l'appoggio del PRC alla mozione.

Non so chi possa essere convinto che tornare a quella destra non avra' conseguenze effettive sulla vita delle persone. L'impressione che siamo un Paese incurabile e' sempre piu' forte. Doveva succedere, forse. Ma provo davvero una profonda tristezza e difficolta' a rapportarmi a gli eventi, in questo momento.

Fatemi sapere come si sta vivendo questa fase e cosa succedera'...

Saturday, February 17, 2007

La Gerontocrazia. Seconda nota a margine

Competitivita', rialzo o ribasso: due estremi.

Quello statunitense è un sistema meritocratico spinto. Anche la "bassa politica", quella sporca, alla fine, è tesa a garantirsi le migliori risorse economiche e umane: nessuno si metterebbe in casa un "figlio o un amico di" (tranne per il posto di Presidente!), e nessuna Università terrebbe uno che non è produttivo. Al singolo e' richiesto un grosso sforzo. Qui, per esempio, il drive per la ricerca scientifica è, oltre che la passione e la carriera, lo stipendio. Ma non quello per comprarsi la barca. In moltissimi casi, quello per campare. Se non ti finanziano un progetto ti devi stressare pesantemente perchè quello successivo, che può diventare l’ultima spiaggia, vada in porto. A volte devi trovarti un altro posto di lavoro. Altre volte finisci a guidare l'autobus (senza offesa). Se lavori in un grosso gruppo sei più coperto, e se l'ambiente è decente, come il mio, ti salvi (come e' successo a quella signora di un mio vecchio post che faceva i 1000 steps in ufficio...non hanno più soldi, ma "...sono 18 anni che è li', mica la possiamo buttare fuori...", e l'hanno riciclata in un’ altra mansione). La guerra in Iraq ha portato un taglio dei finanziamenti del 60% (rispetto a 1/4 dei progetti finanziati dal National Institute of Health prima della guerra siamo oggi a 1/10). Ma anche se finanziano meno progetti, non è che ridistribuiscano le risorse più di tanto...se ti finanziano prendi piu' o meno le stesse cifre che avresti preso prima della guerra. Se no, a casa. E' dura da digerire...forse la ridistribuzione non sarebbe nemmeno fattibile, in termini di ricerca, perchè dare un po' di soldi a tutti vuol dire non fare niente bene e non avere risultati. Forse dovrebbero ridimensionare gli stipendi, non so, o semplicemente smettere di fare la guerra.

In Italia è notorio che le risorse siano sempre insufficienti (e anche mal distribuite, aggiungo). Ma la soluzione è il gioco al ribasso. Per esempio, a Firenze c'era un accordo su un minimo salariale per i medici di notte nelle case di cura (che non succede mai niente, ma se qualcosa va storto non è escluso che il medico finisca in tribunale, quindi e' comunque una certa responsabilita' e per me e' giusto che vada correttamente retribuita). Una delle Case di Cura cambiò proprietà...”non ci sono soldi, per cui da oggi si paga sotto il minimo”. La paga divento' meno di 12 euro l'ora festivo, 10 feriale. E nessuno disse niente, perchè era un lavoro da giovani, e per lo meno i giovani avevano un lavoro. Finchè le altre Case di Cura non persero competitività, e ribassarono i prezzi. Così per i Call Centers e molti altri settori (per questo se fossi un liberista starei più con Keynes e Stigliz che con Adam Smith, e mi scuso per essere così grossolano).

Ci lamentiamo sempre, ma niente di piu'. Non ho soluzioni pronte, sul momento. Ma mi chiedo se, al punto dell'Argentina, saremo capaci di portare in strada le pentole, o continueranno a servirci solo per bollire gli spaghetti.

Friday, February 16, 2007

Come er cacio sui maccheroni...

...disse er maresciallo Rocca, nuovo protagonista di Lost -Tv serie- (vedi post precedente).

Il mio post precedente e' on the cutting edge, insomma ero sul pezzo! Da Repubblica online di oggi: "mercoledì scorso al secondo appuntamento dopo una pausa di due mesi, fatto slittare dalla Abc dalle 21 alle 22 per evitare lo scontro con il campione d'ascolti American Idol di Fox, Lost ha racimolato 12 milioni 800 mila spettatori. Il più basso ascolto mai registrato dal serial firmato da J. J. Abrams". E pure in Italia sembra che cominci ad andare maluccio...

Sono sempre piu' convinto che Mattew Fox, quello che una volta faceva "Party of five" (che curtura televisiva, mi fossi dedicato di piu' alla scienza!), si stava allegramente trastullando in una caletta riparata, quando, saputo che gli ascolti erano in discesa, hanno improvvisato camice, cuffietta e un bisturi di plastica e l'hanno spedito in scena, che medico, prete e carabbiniere fanno sempre la sua proca figura. Pensandoci bene questi sono tutti i classici personaggi di paese. E quello che manca nella lista, lo scemo, in tv si trova in tutte le salse.

Wednesday, February 14, 2007

Lost (TV serie)

Sta di fatto che..."plane crash’s not a new subject for fiction. Why’s that old-content TV series been having such a big audience?" non è il punto. Sta di fatto che la prima puntata di Lost che vedo mi trovo due chirurghi che operano, precisamente un chirurgo spinale che opera uno proprio alla...colonna. In un'isola deserta. Quando si dice il caso! Insomma, tante belle parole, e poi...la solita serie sui medici. Protagonisti della prossima puntata don Matteo (foto), don Tonino (foto), e Massimo Dapporto.

(PS: Incuilinus, qui urgono ragguagli!).

Tuesday, February 13, 2007

Incredibboli

Di solito non riesco ad adeguarmi a pranzare durante i seminari. Mi sento a disagio a sbattere la forchetta o sgranocchiare qualcosa mentre qualcuno parla o presenta. Ma sto facendo un grosso sforzo per americanizzarmi.
Il colmo è che sono stato messo in mezzo da un gruppo di quattro ragazzotti giovani che si facevano beffe di me perchè mangiavo due fette di pane tipo il nostro, insomma pane quasi normale. Dice che il "pane bianco" abbia un sacco di carboidrati, e qui va di moda la dieta low carb...il terribile velenoso pane bianco!...dei quattro quello che aveva iniziato la discussione non era proprio francamente obeso, almeno!

Saturday, February 10, 2007

Radiotaxi 8 gennaio

Era ancora scuro, una brezza leggera torceva un foglietto alla base del muro e ricordava appena la stagione. Fermo nell'angolo tra Casanova i Mallorca, il mio sguardo lo colse esitante tra un "me cago en..." e il "Si, esta lliure" della sua risposta. Avevo rotto l'incanto con cui pregustava forse il panino con l'acciuga, forse il caffè nero con la sigaretta a fine turno. Due passi indietro verso il cofano, un colpo secco, e già cercavamo l'uscita tra gli angoli retti dell'Eixampla.

Fuori dalla rete di strade, il taxi filava seguendo la linea del mare, sulla sinistra, verso l'Aeroport del Prat. L'uomo era una maschera, mi chedevo se ancora ascoltasse la radio che ripeteva il rosario di notizie del lunedì mattina: il gol su punizione di Xavi, il biglietto della lotteria. Il Carnevale di Cantabria, aperto già in quei giorni, dichiarato evento turistico di interesse nazionale, primo carnevale dell'anno nel mondo. Forse un Capodanno il 31 agosto avrebbe risollevato il turismo del paesino di Vallfogona o di Montemurlo. La radio seguiva balbettando. Il sedile in pelle si era già adattato alla mia persona, ed il tepore dell'abitacolo conciliava il mio stato di semi incoscienza ...chissà se anche i due ecuadoriani, allungati sui sedili dell'auto a rate, erano rimasti nel sonno mentre tutto intorno girava nel parcheggio dell'Aeroporto di Madrid. Pochi giorni prima il civismo della bomba non li aveva svegliati in tempo, e in questo lunedì dopo i Re Magi sarebbero arrivati tardi al lavoro. Forse sarebbero stati ammoniti dal capo del personale. Roba da notizie di coda. Anche le famiglie erano già rientrate: Ecuador, solo ritorno, tutto spesato dopo qualche insistenza allo sportello di Iberia.

Non avevo voglia di partire. Oggi che speravo in un mio ritardo irreparabile al check-in, il taxi sembrava d'accordo coi semafori. Il terminal B in vista, l'uomo già rallentava...ma dopo aver accennato sulla destra accelerò di nuovo, alzando un odore di gomma bruciata. Il panino con l'acciuga ce lo saremmo fatti insieme, stamattina.

Foto: Barcelona de nit, da Google images (danieltercero.net)

Thursday, February 08, 2007

Mattonella mon amour

Ci sono cose a cui si è talmente abituati che si finiscono per trovare scontate. Anzi, talvolta si arriva persino a ritenerle sopravvalutate. Parlare di casa a proposito del territorio che ha visto nascere e crescere un figlio di calabrese e abruzzese con novia catalana che attualmente vive a Pittsburgh sembra un’iperbole. Quindi dirò piuttosto che non ho mai capito perché dalla mia “zona d’origine”, quella parte della provincia di Firenze che tocca quella di Prato, la gente che viaggia porta quasi sempre in dono i cosiddetti “cantuccini” o “biscotti di Prato”, dolcetti secchi con pezzetti di mandorla incastonati. I classici sono quelli della pasticceria “Antonio Mattei” detto Mattonella, dal 1858. Di fatto i “biscotti di Prato”, seppure di Mattonella, non mi hanno mai emozionato. Da piccolo “non preferivo” le mandorle, e cercavo sempre di pescare dal classico sacchetto azzurro i veri e propri cantucci, quei biscotti derivati da gli angoletti del filoncino di pasta tostato al forno, perché la probabilità di trovarci una mandorla era molto bassa, e di scansare gli altri biscotti, tagliati dal corpo dello stesso filoncino. Mi sono sempre chiesto se questa affezione per i biscotti di Prato non fosse perché quella zona ha una tradizione culinaria povera, confronto a molte altre d’Italia. Poi, già grandicello, dopo aver scoperto che in Catalunya ci sono dei biscotti similissimi, i “carquiñolis”, prodotti dai monaci di non ricordo dove dal 1500, la mia indifferenza verso i cantuccini è diventata totale. Oltretutto dovevo a quel punto avvertire tutti gli amici che visitavano Catalunya di ripiegare su un altro dono.

Si dice sempre che la lontananza rafforza i legami. A Natale avevo chiesto a mia mamma di portarmi un sacchetto di biscotti di Prato da trasportare qui negli US, ma solo perché una collega italiana me li aveva espressamente richiesti, assieme ad una “boccia” di vinsanto. La morte dei cantuccini è effettivamente per affogamento, quale fine più dolce che soffocare nel vinsanto toscano? Al rientro dalle vacanze ho disfatto la valigia liberandola della sezione alimentare, che la occupava quasi interamente. E l’azzurro sacchetto è finito sopra la scrivania della mia camera. Era inverno, cominciava il freddo, le lunghe serate col mio coinquilino tedesco asociale…che potevo fare, vostro onore? Galeotto fu il sacchetto…Insomma me li sono mangiati tutti, e non solo nel vino, ma li ho profanati in tutte le salse, da soli, nel caffè, persino nello yogurt. Con mandorle e tutto. Macchè carquiñolis! Ho sentito forse per la prima volta tutto il sapore della provincia fiorentina che, tra fabbriche di stracci, fossi e brulle colline, mi accolse fanciullo.

Wednesday, February 07, 2007

Swimming in the snow

Non ho fumato, giuro! Ho sperimentato la piscina...senza occhialini. Volevo anche comprare un costume a slippino, in ricordo dell'infanzia. Ma costava 26 dollari. Ho ripiegato su un pantaloncino da 6$. Dopo 4 vasche credevo di morire. E' che sono allenato a un diverso tipo di movimento: non mi riferisco alla distesa libera o alla ginnastica della mascella, ma alla nobile arte del pallone (o soccer)! Comunque ho persistito grazie alla caparbietà, che è forse l'unica qualità che mi rimane, e che ha fatto si che non cedessi nemmeno all'umiliazione dell'americano che faceva almeno 2 vasche nel tempo in cui io arrivavo alla fine di una.

Monday, February 05, 2007

Zero Fahrenheit

"Finalmente" ha smesso di nevicare, dopo almeno 10 giorni di seguito. Perchè la temperatura è scesa vertiginosamente. L'altro ieri -12/-15, ieri -19. Un cazzo di freddo. Anche i guanti cominciano a essere insufficienti. I fiumi sono semighiacciati (foto sotto, Pittsburgh da Mt. Washington).

La stagione di football è finita, sembra fatto apposta perchè la gente parli solo del freddo. Non ci si saluta nemmeno più, tutti si raccomandano solo "Stay warm"!

Saturday, February 03, 2007

La gallina dalle uova d'oro

Non mi piacciono le pubbliche gogne organizzate dopo qualche notiziola dei media su fatti di dominio pubblico. In questo caso, però, inorridisco una volta di più di fronte a un fatto per il quale sono sempre inorridito.

Forse in Italia si sarà parlato molto - ma non credo - del reportage dell'Espresso che elenca gi ex parlamentari che percepiscono pensioni (vitalizi!) dai 3 agli 8mila euro al mese anche dopo una sola legislatura . Cumulabili con qualsiasi altro reddito (su questo link l'elenco completo con nomi e cifre, nella pagina in basso). Gente di 50 anni, che poi torna al proprio lavoro, che quasi mai è carpentiere o segretario comunale...Certo il problema delle pensioni è molto più ampio di questo, ma di cambiare queste regole nessuno parla mai. E noi ci dobbiamo sbattere per cumulare i contributi di diversi contratti a termine e cose simili, diritti apparentemente elementari. Per carità, le responsabilità dei parlamentari sono (dovrebbero essere) superiori a tutti, e nessuno nega il diritto alla giusta retribuzione durante la carica. Ma io a 30 anni non arrivo nemmeno a due anni di contributi, se non contiamo l'EMPAM che è una miseria. E ho fatto notti in ospedale e turni di 24 e 36 ore da quando mi sono laureato (2001).

Sono 1377 ex-deputati e 861 ex-senatori. C'è gente come Luciano Benetton (gruppo Benetton, che va dall'abbigliamento alle Autostrade all'editoria), che prende 3108 euro al mese di pensione per essere stato eletto una sola legislatura (5 anni)!!!!!!...mica aveva perso il lavoro nel frattempo, e che lavoro! Poi Guido Rossi, professore universitario di legge, expresidente della CONSOB, di Montedison, di Telecom, di diverse banche (tra cui Capitalia), ex-commissario straordinario della FIGC e attualmente presidente di Telecom dopo le dimissioni di Tronchetti-P, settembre 2006. Non credo che il presidente Telecom lo faccia gratis et amore dei. Ci sono Walter Veltroni, che anche lui non credo faccia gratis il sindaco di Roma, Vittorio Sgarbi, Giancarlo Abete, ex vice presidente della FIGC (quella del calcio, non i giovani comunisti). Vittorio Cecchi Gori prende 4725 euro tutti i mesi, come pure Gian Franco Corsi Zeffirelli. E molti altri...leggeteveli. Non ho trovato, con mia sorpresa, Ilona Staller, non so se è sotto nome diverso o che altro.

Facendo un calcolo approssimativo, e considerando una somma ipotetica di 4mila euro al mese a testa (sicuramente arrotondata per difetto) stiamo versando, con le tasse, circa 9 MILIONI di euro AL MESE per pagare queste 2238 persone. Non sarebe l'ora di fare pressione?

Wednesday, January 31, 2007

Suggerimenti di Ulisse di Gennaio 2007

Riporto sotto gli abstract degli argomenti trattati dal blog Ulysses nell'ultimo mese (compresi i miei contributi - non nel senso delle tasse!).

Ulysses – Experimental communication and biodiversity of idioms in
Europe. http://ulyssesineurope.blogspot.com

"There is little favorable to be said about poverty, but it was often an incubator of true friendship", from Long walk to freedom, Nelson Rolihlahla Mandela (1994).

Movies:

§ After the wedding, by Susanne Bier (2006). Jacob works in India, in an orphanage. When the orphanage is threatened by closure, he receives an unusual offer. A Danish businessman, Jørgen, offers him a big donation. There are, however, certain conditions. Jacob must return in Denmark and take part in the wedding of Jørgen's daughter. The wedding proves to be a critical juncture between past and present and catapults Jacob into the most intense dilemma of his life. – Posted by Dawood, Italy

§ Le conseguenze dell'amore, by Paolo Sorrentino (2005). For those of you who enjoy to discover new things, new directors, and not so common stories, here you have an opportunity to see a movie quite different from the rest: appealing, bit philosophical, bizarre love story within the more regular sort of thriller frame. Keep an eye on the delicious black sense of humor of the main character. – Posted by Dav, Catalunya

Tv series:

§ Lost , by Jeffrey Lieber, J. J. Abrams and Damon Lindelof (started in 2004). Plane crash's not a new subject for fiction. Why's that old-content TV series been having such a big audience? We hypothesize that 9/11 was the beginning of the Post-Teletransportation-Era. – Posted by Incuilinus, Italy

Books:

§ The mystery of Majorana, by Leonardo Sciascia. Ettore Majorana was one of the young physics who, in the '30ies, investigated on radioactivity with Enrico Fermi. He was a genius, "like Galileo and Newton", Fermi said. He suddenly disappeared at the age of 31. Sciascia's hypothesis is intriguing: Majorana first understood the consequences of radioactivity and hid out, whereas his colleagues participated to the Bomb experiments. – Posted by Marco Inz, Italy

§ Death in a strange country , by Donna Leon (1993). Italian civil society and professional politicians have been recently struggling with the controversial present consequences of the Marshall plan, which, after 1947, disseminated NATO military bases all around Europe. In this episode, Commissario Brunetti, the protagonist of Leon's series, is dealing with a very complicate case regarding just the Vicenza NATO base…and unfortunately the case is about a really up-to-date matter as well. – Posted by Marco Inz, Italy

§ Figlia di una vestaglia blu, by Simona Baldanzi (2006). An Italian young writer tells us about the workers world of her country between two different generations. Two different points of view interlace each other in a beautiful story of love. Love for the ethic of work, love for men's history and above all love for a territory: the beautiful mountains of Mugello. – Posted by Fra, Italy

Tuesday, January 30, 2007

Nuove droghe

"River man", di Brad Mehldau...pain relief...come una medicina! Dovrebbero venderla in farmacia, non da Champions Vynil. Fara' male abusarne?

Saturday, January 27, 2007

Sesso a pagamento per ragazzo disabile

Come dice Milena Gabanelli, di Report, "...e adesso, una buona notizia". Le suore di una residenza per disabili di Oxford hanno reperito una prostituta per la prima esperienza sessuale di un ragazzo disabile di 22 anni, Nick Wallis, affetto da distrofia muscolare. Non per fare dell'ironia, e con tutto il rispetto, ma non credo che a Telethon (Television Marathon) abbiano avuto idee così semplici e illuminanti.

Pochi anni fa un mio amico medico di famiglia di un paesino della campagna toscana fu ricusato dai figli di un suo anziano paziente disabile che palpeggiava le proprie badanti. Lui aveva solo suggerito di considerare, tra le altre possibilità, quella di una lavoratrice a ore, di assumere una prostituta insomma, perchè riteneva che il suo paziente avesse davvero il desiderio di avere dei contatti sessuali, per quanto sicuramente limitati dall'età e le condizioni di salute. E non solo fu ricusato, ma fu anche assunto un esorcista per sdemoniare il povero vecchio.