Thursday, August 31, 2006

Strana gente, walking people

Non credo che sara' l'ultimo post con un titolo uguale o simile...anche se di bestiari, su questa gente, ce ne sono fin troppi.
Cercavo di farmi un caffe', con questi soliti bollitori che usano. Una donna che lavora nell'ufficio, piuttosto attempata, per verita', mi incrocia e mi sorride. E' normale, qui la gente di solito e' cortese. Dopo circa un minuto ripassa, e la scena si ripete, poi ancora dopo qualche secondo, e poi ancora. Giuro che non ho pensato nemmeno un secondo di averla colpita, neanche come nipote platonico, e comunque sarebbe stato un approccio bizzarro. Sono solo rimasto perplesso...poi sono stato illuminato: aveva quasi finito i suoi "10000 steps" quotidiani.

Tuesday, August 29, 2006

Talvolta

Talvolta essere nella merda non è male, pensò l'uccello che non poteva volare, dopo che fu estratto dal letame da un grosso gatto affamato.
Stasera, tornando a casa, ho visitato il primo appartamento trovato su internet, possibile sistemaizone stabile. Un improbabile piccolo essere caccoloso del New York State, con voce in falsetto, mi ha introdotto in un buco putrido senza mobili, con solo un letto a castello nell'abitazione vuota. Mi sono scusato, "in realtà pensavo che la zona fosse un'altra", e, "in effetti con qualche mobile in più mi eviterei problemi quando me ne vado"...
Tornato a casa, ho cenato insieme a Zhao-chen ( prendete per buona la fonetica almeno), il coinquilino cinese. Ognuno si è cotto il suo cibo, io della carne e del riso, lui i suoi soliti noodles in busta di preparazione istantanea, come ogni santo giorno, nella solita pentola che sfodera direttamente dalla sua camera, dal giorno prima. Nel giardino "zen", abbiamo spaziato dalla vita privata, a grandi temi tipo religione, con i mormoni, il buddismo, il papa ("quello che si chiama con i numeri"), l' eutanasia, fino alla politica italiana (sapeva addirittura dell'omicidio Moro, a grandi linee) e ai grandi cambiamenti politico-economici della Cina. Che poi si sia accorto di portare scarpe "Made in India" è un'altro conto. Ho persino scambiato due parole due con la padrona di casa. Stanotte, infondo, rischio di riuscire a dormire.

Monday, August 28, 2006

Cinesità...


Il mio primo giorno da studente/lavoratore ammericano è finito, e ora sono nella mia cameretta a riflettere sulle forti emozioni della giornata. In realtà non ho gran voglia di raccontare fatti specifici, allego solo una foto dell'edificio in cui sono, e prego notare l'elegante accostamento tra il il moderno e l'anticato. Ovviamente sono in quello di più recente costruzione, anche se sfido dire qual'è dei due.
Una cosa che non c'entra niente: è curioso come molti cinesi si scelgano improbabili nomi americani: ce ne sono alcuni con più buon gusto che magari scelgono Tao, come uno che lavora nel dipartimento, perchè suona simile al vero nome, altri meno, come il mio coinquilino, per esempio, che si fa chiamare Charles, fa molto principe gallese, ma in realtà il suo nome è tipo "xinxengpionc" etc etc...A breve saremo dominati da un popolo di John e Jennifer, in fondo non sarebbe cambiato un granchè.

Sunday, August 27, 2006

Grosse novità dalla vecchia Europa

Già che riguarda importanti vicende internazionali, questo post sarà bilingue, per ciò che posso.
Ja que parla de importants
fets internacionals, aquest post sarà en doble idioma, per lo que puc.

Sono lontano, e mi sento impotente nel controllo degli eventi che si stanno scatenando nel vecchio continente.
Estic lluny, i em sento impotent en el control del events que s'estan desenvelupant en el vell continent.

Anche il mio amico Marc ha tradito! (Non perchè non si sposi con lui anche la Laia, ma è diverso!). Opportune risuonano le parole della canzone "Il mio amico ingrato", di Vinicio Capossela... Rimane uno zoccolo duro di italiani, per i quali credo di poter dire che la coppia non sia meno importante. Congratulazioni Marc e Laia!!!
Tambè el meu amic Marc ha trait! (No perquè la Laia no faci part de la conjura, però ès different!). Caldria, en aquest cas, recodrar les paraules de la cançò "El meu amic desagrait" d'en Vinicio Capossela...Un bon nucli d'italians resisteix, encara que crec que la parella, per ells, no sigui mènys important. Felicitats M i L!!!

Se suonate al campanello di via Gino Capponi 23, e potete farlo, adesso, a qualsiasi ora della notte!, non troverete più la Cutxi e Marco, ma la Giulia e Alessio. E' una strana sensazione, amici, specializzandi come lo eravamo noi, meno belli, ovviamente. Insomma, mi sento un po' spersonalizzato. E' un po' come quando hanno rifatto Starski e Huch, o Bo e Luke con due attori diversi.
Si truqueu el timbre de via Gino Capponi 23, i ara ho podeu fer a qualsevol hora de la nit!, ja no hi saran la Cutxi i el Marco, sino la Giulia i l'Alessio. Es una sensaciò estranya, ja que son amics, residents com ho eram nosaltres, menys guapos, ès clar. Em sento una mica "despersonalizat", si es diu en català. Es come quand han tornat a fer Starski i Huch, o Bo i Luke, amb actors differents.


Friday, August 25, 2006

Notevole

Adesivo sulla fermata del bus: la faccia furba di Bush nel mezzo, sopra "Like a rock...", sotto "...only dumber". Forte come una roccia? Simile, solo ancora più stupido!

Que bonic!!!


Alla fine ci sono venuto, non mi hanno nemmeno mandato! Sono appena 24 ore che sono da quest'altra parte, che già di post ce ne vorrebbero diversi. Questo sarà pura cronaca. Per cominciare ho quasi perso la connessione per Pittsburgh a Newark, il che però mi ha portato bene: ho conosciuto un avvocato obeso - che criticava gli americani, che non fanno movimento! - democratico, per sorte, cui ho scroccato un passaggio risparmiandomi il trasporto pubblico. Il B&B in cui sto non è male, grande casa stile orientale ("the house of zen", allegherò foto ai prossimi post), con la proprietaria, una vecchia taiwanese negli USA da 50 anni, che ieri sera si è impietosita e mi ha fatto la cena. Nella casa ci sono pure un giapponese che vive di notte e dorme di giorno, e un ingegnere cinese fumatore incallito con quel poco che rimane dei denti tra il marrone e il nero. Si è divertito a torturarmi con le squadre di calcio italiane, come no, e non si faceva una ragione del fatto che per entrare nel Vaticano dall'Italia non ci vuole il visto.
Per il resto, all'uscire di casa, al mattino, ho avuto la sensazione di non esistere. Non sai bene dove andare, nessuno sa chi sei, all'Università sanno che dovresti esserci ma nè dove nè quando, non hai niente da mangiare, nè telefono, conto in banca, macchina...insomma non risulti, potresti essere già sparito!
Comunque, la prima giornata è andata, ora ho un conto presso una banca che sicuro sarà tra le principali finanziatrici della guerra in Iraq, un pacco di penne rigate (al super qui vicino c'era pure il pane toscano, mi sarei vergognato troppo dopo un solo giorno), una scatola di cereali e un litro di latte, insomma, comincio a ridiventare un qualche individuo, l'ologramma rimane solo per metà, se mi fossi ricordato di prendere anche il pomodoro per il sugo sarei stato ancora più avanti.
Allego alcune foto dell'Università, che ruota attorno alla torre che svetta tra gli alberi, "the Cathedral of learning", concetto suggestivo, direi. Ma per la filosofia spicciola di questo tipo avremo tempo. Un abbraccio. The Cathedral of learning

Tuesday, August 22, 2006

Tradizioni catalane

la Sardana.

Sempre nel contesto della Festa Major de Gracia, cui si riferisce la nota precedente, ieri mi sono “estrenat”, in catalano, o “rinnovato”, come si direbbe nel dialetto toscano, insomma, per la prima volta messo alla prova come ballerino di Sardana. E’ il ballo tipico catalano, una specie di “salterello” o di quadriglia estremamente ripetitiva, in cui lo spostamento massimo è di qualche centimetro. Non per fare offesa ai miei ormai concittadini adottivi, ma nel ballo si trova in parte il carattere dei catalani: una danza di gruppo, che rivela lo spirito di partecipazione nella società e di accoglienza ed integrazione del prossimo, ma anche un razionale controllo degli impulsi che poco ha a che vedere con le danze istintive e trascinanti dei vari Sud, iberici, italiani, americani, per limitarmi alle mie conoscenze. Notavo affettuosamente che il ballo si addice ai catalani perché dà la possibilità di vigilare gli effetti personali, ad esempio borse e cappotti, che sono lasciati in mezzo al cerchio dei danzatori.
La proverbiale mancanza di iniziativa delle giovani generazioni è stata compensata da un entusiasmo deflagrante degli anziani del quartiere di Gracia. L’Albert B., che dopo due protesi d’anca si è imposto di stare riguardato (per quanto il ballo richieda poco movimento, “se poi mi ci metto mi lascio andare e finisco per saltare su e giù”), mi ha tramandato la sua sapienza di anni di Sardana, un po’ come in Karate Kid il mitico Myagi, per volare alto. Chi ha detto che non abbiamo bisogno di maestri? Per cui mi sono lanciato, accolto a braccia aperte da un’arzilla “colla” di giovanili “older adults”, tra cui il signor Françesc, di 75 anni, che la stessa mattina se ne era andato in bicicletta a el Masnou (30 Km) a farsi il bagno, e che ha speso parole preziose in favore di “camminate in montagna, ballo e alimentazione corretta”, che gli permettono di saltare più in alto di tutti quando il “battitore” della Sardana urla
“aire!”. Dal gruppo degli astanti si sono lasciate coinvolgere anche due giovani fanciulle. La Cutxi portava segretamente in sé il gene della Sardana, espresso anche grazie ad una Rotenmeier che dagli 8 ai 10 anni le ha insegnato l’elegante impercettibile movimento “su una linea immaginaria”. Federica, ormai del tutto catalanizzata, frequenterà assiduamente i circoli più autentici seguendo il fidanzato, l’ottimo Dario Garcia, trombonista della “copla”, l’orchestra della Sardana. Chi volesse ingaggiarlo si rivolga direttamente al blogger, non ho alcuna percentuale.




Links:

en català: ca.wikipedia.org/wiki/Sardana

in english: en.wikipedia.org/wiki/Sardana

Friday, August 18, 2006

La festa major de Gracia



Gracia era anticamente un poble, un paese, fuori Barcelona. El Passeig de Gracia, una delle strade più grandi e frequentate del centro città, le connetteva. La città è cresciuta e si è mangiata Gracia, che ora è un quartiere abitato e frequentato soprattutto da giovani. Durante la festa major le strade sono addobbate con materiali "di recupero", e concorrono ad un premio. Alcune foto, tra cui una al Jordi Pujol, per molti anni President de la Generalitat, che cenava vicino a noi, e una per el Massimo, que vegi que cuidem a la
nena.

Wednesday, August 16, 2006

La scomparsa di Majorana


di Leonardo Sciascia, Adelphi.

Dei "ragazzi di via Panisperna" Ettore Majorana rimane il più affascinante. Con il gruppo di giovani fisici, raccolti attorno al giovanissimo Enrico Fermi, che dagli anni '30 si occupavano di radioattività, Majorana aveva del resto un rapporto conflittuale. Personalità schiva e, secondo la visione dominante, contorta, "genio di quelli che nascono una, due volte per secolo, come Galileo e Newton, privo però di ciò che hanno i più, cioè del senso comune", secondo lo stesso Fermi. Sul tram per l'Istituto di Fisica, al mattino, sviluppava calcoli per teorie come quella del nucleo composto da protoni e neutroni, poi conosciuta col nome di Heisemberg, sul pacchetto di sigarette, poi buttato dopo aver fumato l'ultima, nonostante le proteste dei colleghi.
Il mistero dei meandri della mente, che porta l'uomo a scomparire senza traccia a 31 anni, nel pieno delle proprie capacità, lascia spazio al dissidio tra curiosità, conoscenza, scienza, e la vita vera. I sentimenti e le ragioni dei reclusi di Los Alamos, che progettarono e realizzarono l'Atomica, forse non sono immaginabili, e comunque lasciano sbalorditi. Come se Ulisse, dopo le colonne, avesse trovato Hiroschima. Sciascia ipotizza che Majorana avesse previsto, se non calcolato, lo sviluppo della bomba, e si sia sottratto ad una tale responsabilità: una follia così lucida da gurdare più avanti, mentre il senno dei futuri progettisti li avrebbe resi ciechi perfino durante gli esperimenti? O, al di là della bomba, solo una inadeguatezza alla vita, forse davvero il segno di una visione dall'alto dell'inconsistenza dell'esistenza?

Links:
in italiano: http://it.wikipedia.org/wiki/Ettore_Majorana
in english: http://en.wikipedia.org/wiki/Ettore_Majorana
en català (uns episodis): http://www.historiesdelaciencia.blocat.com/post/2532/80192

Thursday, August 10, 2006

Con quel suo naso da italiano in fuga


...he comprat una bici de cursa!

Dalle evoluzioni sulle tre ruote sono passato direttamente al kilometro lanciato, dopo aver acquistato la mia prima bicicletta da corsa, qui a Barcelona! E' una fiammante BH, 'Beistegui Hermanos', casa di origine basca, evidentemente (Eibar, Euskadi). Da queste parti, dicendo BH la mente corre alla nostra "Graziella", prodotta proprio da loro. Nel mio caso occorre pensare invece alla storica casa di ciclismo da competizione!!! Alto sui pedali, la schiena curva in avanti, col vecchio tascapane a tracolla, sento già un piglio da piccolo Zerza, su per la Diagonal, o nel Passeig de Sant Joan, tirando verso il mare.
L'acquisto è del "Mercat dels Encants", dove si trova di tutto, dal nuovo, all'usato, probabilmente fino al sottratto con dolo. Si può anche tentare di vendere la roba del ripostiglio della bisavia, quella dietro l'asse da stiro e le vecchie valigie. La prassi è trattare sul prezzo, ma il rigattiere che me l'ha venduta, che la teneva appoggiata tra il comodino di finto noce ed un baule foderato di velluto bordeaux, era un duro, e niente ho spuntato sui 50 bigliettoni iniziali. Sta di fatto che qui a Bcn il volume di affari delle bici rubate è più sviluppato che a Firenze, e già i "sistemi di sicurezza" sono costati più dell'oggetto. In effetti, non sembra opportuno affezionarsi eccessivamente a queste vecchie, care, due ruote!

Wednesday, August 09, 2006

Genesi di un blog

Quaderni da..., in memoria di molte cose (Antonio Gramsci, Francois Truffaut, la rivoluzione francese).
"Scrivere", "pubblicare", "tenere" un blog? Forse dipende dalle intenzioni, quale di questi termini sia più appropriato. Ovviamente la mia idea nasce dal viaggio prossimo, dalla voglia di rimanere attaccato, attraverso un filo sottile che si dipana lontano, al vecchio mondo, agli affetti, alle persone, ai luoghi. Alla volta di Pittbull (come direbbe Waldo l'etrusco, uno che si fa i fatti suoi!), ma ancora da Barcelona, come se tutto fosse normale, anzi meglio, perchè adesso la vedo ogni giorno, come non succedeva da tempo. Intanto faccio le prove di blog, che sono certo resterá frammentario e incostante come i mei umori.
A presto, ad maiora.