Tuesday, August 22, 2006

Tradizioni catalane

la Sardana.

Sempre nel contesto della Festa Major de Gracia, cui si riferisce la nota precedente, ieri mi sono “estrenat”, in catalano, o “rinnovato”, come si direbbe nel dialetto toscano, insomma, per la prima volta messo alla prova come ballerino di Sardana. E’ il ballo tipico catalano, una specie di “salterello” o di quadriglia estremamente ripetitiva, in cui lo spostamento massimo è di qualche centimetro. Non per fare offesa ai miei ormai concittadini adottivi, ma nel ballo si trova in parte il carattere dei catalani: una danza di gruppo, che rivela lo spirito di partecipazione nella società e di accoglienza ed integrazione del prossimo, ma anche un razionale controllo degli impulsi che poco ha a che vedere con le danze istintive e trascinanti dei vari Sud, iberici, italiani, americani, per limitarmi alle mie conoscenze. Notavo affettuosamente che il ballo si addice ai catalani perché dà la possibilità di vigilare gli effetti personali, ad esempio borse e cappotti, che sono lasciati in mezzo al cerchio dei danzatori.
La proverbiale mancanza di iniziativa delle giovani generazioni è stata compensata da un entusiasmo deflagrante degli anziani del quartiere di Gracia. L’Albert B., che dopo due protesi d’anca si è imposto di stare riguardato (per quanto il ballo richieda poco movimento, “se poi mi ci metto mi lascio andare e finisco per saltare su e giù”), mi ha tramandato la sua sapienza di anni di Sardana, un po’ come in Karate Kid il mitico Myagi, per volare alto. Chi ha detto che non abbiamo bisogno di maestri? Per cui mi sono lanciato, accolto a braccia aperte da un’arzilla “colla” di giovanili “older adults”, tra cui il signor Françesc, di 75 anni, che la stessa mattina se ne era andato in bicicletta a el Masnou (30 Km) a farsi il bagno, e che ha speso parole preziose in favore di “camminate in montagna, ballo e alimentazione corretta”, che gli permettono di saltare più in alto di tutti quando il “battitore” della Sardana urla
“aire!”. Dal gruppo degli astanti si sono lasciate coinvolgere anche due giovani fanciulle. La Cutxi portava segretamente in sé il gene della Sardana, espresso anche grazie ad una Rotenmeier che dagli 8 ai 10 anni le ha insegnato l’elegante impercettibile movimento “su una linea immaginaria”. Federica, ormai del tutto catalanizzata, frequenterà assiduamente i circoli più autentici seguendo il fidanzato, l’ottimo Dario Garcia, trombonista della “copla”, l’orchestra della Sardana. Chi volesse ingaggiarlo si rivolga direttamente al blogger, non ho alcuna percentuale.




Links:

en català: ca.wikipedia.org/wiki/Sardana

in english: en.wikipedia.org/wiki/Sardana

2 comments:

herdakat said...

Che bello!!! Quanto avrei voluto esserci!!! Visca Catalunya (y Visca Lleida tambè :-P)

Marc Arza said...

Línia d'estudi antropològic (I): Van robar els catalans la sardana als sards? Es va escolar de l'illa per forat català de l'Alguer? L'hauriem de tornar?

Salut,
Marc