Saturday, December 23, 2006

Holidays

Me ne vado in vacanza per un paio di settimane...me lo merito! Sponda catalana. Chi passa da quelle parti si faccia sentire. Penso che le comunicazioni saranno ancora piu' saltuarie, se possibile, in questo periodo.

Se non ci sentiamo, buon anno a tutti!

Wednesday, December 20, 2006

Ethnic dinner

Cena multietnica a casa, sabato scorso. Ognuno ha preparato un piatto del suo Paese. Non credevo ce l'avremmo fatta, invece ciascuno si e' dato da fare...forse alla fine tutti avevano voglia di un po' di clima familiare. Ovviamente le due asociali, la cinese e la giapponese, non hanno neanche risposto alle email di invito. Peggio per loro.

Di seguito, il ricco menu':



Chili (without meet) – US/El Salvador
芹菜豬肉 (celery pork) - China
Beef Curry - India
Bratwurst mit Sauerkraut - Germany
Melanzane alla parmigiana - Italy
Boston cream pie (straight from the grocery store!) - US

Non sono stato sorpreso dal fatto che l'unico vero americano, il logorroico S., sia impazzito per il Bratwurst... (salsiccia con crauti), rimanendo indifferente alle mie melanzane, e che il cinese si sia fatto una scorpacciata di maiale con sedano, che era quello che aveva preparato lui.

In alto: Chao (China) and Juan (US/El Salvador)

Al centro: Sanji (India)

In basso: tutti (o nessuno, perche' il flash, evidentemente, non ha funzionato)

Tuesday, December 19, 2006

Open blog

怎么样您,

ho scoperto che e' possibile ammettere i commenti anonimi al blog, il che dovrebbe evitare la seccatura di registrarsi (soprattutto a quei casi di Alzheimer precoce che continuano a dimenticare user e password). Ora la funzione e' abilitata. Il blog sta guarendo, e anche prendendo lenta coscienza di se'.

Saluti,
er blogger

Monday, December 18, 2006

Cosi' vicini, cosi' lontani

Ce l'ho solo a tre ore di macchina. Dovrei andare a trovarlo? Per portargli i saluti o strappargli il biglietto per il ritorno?

Ma dico, c'era bisogno di andare a Cleveland per un pacemaker? E, soprattutto, c'era bisogno che Repubblica la sparasse come seconda notizia online? E' solo lui, lo psiconano, o psico sono anche gli altri?

Thursday, December 14, 2006

Il blog e' in malattia...

...ma e' giovane, dovrebbe superarla.
A presto.

Monday, December 11, 2006

Misteri ammericani

La refurtiva e' riapparsa, gradualmente, in due giorni successivi, venerdi' e domenica scorsi. Ma particolari inquietanti restano non spiegati.

Cominciamo dall'inizio...nella tarda serata di mercoledi' stavo cenando per i cazzi miei davanti al film MASH, di Robert Altman. Il mio amico ingegnere palermitano mi aveva preso il DVD nella biblioteca di Pitt. Verso la fine del pasto, rientra il mio coinquilino, il tedesco Jan. Ha voglia di chiacchierare, e si inserisce gradualmente ma con decisione nella visione del film. Metto in pausa e lo assecondo. Alla ricerca di un paio di forbici da cartoncino, lo accompagno al secondo piano, dove troviamo Chao-Chen, ingegnere delle fonti energetiche che si diletta di poesia in stile tradizionale cinese. Sta "limando" l'ultimo suo componimento, e io e macari Jan subito ci interessiamo. Io per la naturale curiosita' verso qualsiasi cosa nuova e inattesa, Jan perche' non si fa scappare l'occasione di praticare il suo rudimentale cinese. Ovviamente lui e' piu' attratto dall'aspetto linguistico, io ascolto la musicalita' dei versi, e attendo la traduzione. Dopo un paio di sonetti e dialoghi improbabili tra i due - Jan che si esprime in cinese, l'altro che assolutamente non comprende - torniamo dabbasso. Sul tavolo ancora i resti della mia verdura, l'aceto, l'acqua. Ma, cominciando a riordinare, mi accorgo della scomparsa della mezza bottiglia d'olio, extravrgine!, che avevo lasciato sul tavolo. Mi catamino a cercarla, sorpreso della mia poca lucidita' ("chissa' dove l'ho messa, sono veramente rincoglionito"!). La sera successiva, verso la stessa ora, ripenso allo strano accaduto..."e' buffo che sia sparito solo quello". Dopo un rapido sguardo in giro, realizzo che manca macari il DVD della sera prima, che avevo riposto nella custodia. Lo cerco, talio dappertutto, ma niente. E qui mi girano maggiormente le palle, perche' mi devo giustificare col mio amico palermitano e pagare la probabile multa.

L'unica che mi rimane, il giorno seguente, e' scrivere un'email alla padrona di casa. Mortificata, si offre di pagarmi l'eventuale multa, e mi spia che sospetta dei vicini di casa, che l'avrebbero in uggia. Scrivo anche agli altri inquilini dell'edificio: per quanto ogni piano della casa sia indipendente, non ci sono ostacoli o barriere all'accesso alla living room di Jan e mia. Non di rado altri si fermano a salutare. Scrivo che penso che qualcuno abbia preso il film per guardarlo, visto che giaceva sopra a un altro che non e' stato toccato. Per cui spero che sia stato di loro gradimento, e che magari dopo averlo visto trovino il modo di restituirlo, anche in forma anonima, per non causarmi rogne con la libreria. E che la prossima volta basta chiedere o almeno lasciare un biglietto. Al rientro dal lavoro, me lo trovo sul tavolo, con una nota di Steve F. IV, americano del secondo, che mi dice averlo rinvenuto fuori, nella cassetta delle lettere. Segue un'altra mia email collettiva di ringraziamento generico, con il non convinto auspicio che, nel caso fosse avanzato anche dell'olio, chiunque lo avesse preso avrebbe usato la stessa tecnica della restituzione del DVD. Due giorni dopo, macari l'olio viene ritrovato dal solito Steve F. IV, stavolta per terra, nell'ingresso, dietro a delle scatole vuote.

Nel frattempo scopro che episodi simil si erano gia' verificati. Mesi addietro, a Jan erano state sottratte delle banane e delle ali di pollo fritte, mai piu' riapparse. E a Sangji, l'indiano del terzo, sale e pepe da tavola appena comprati.

Almeno per l'olio, Jan e Chao-Chen hanno un alibi (eravamo insieme). Che pensare degli altri? Casualmente SF IV ritrova tutte e due gli oggetti sottratti, pero' in effetti me lo riferisce. Sangji e' un consumatore di DVD, ma ha subito a sua volta un piccolo furto (il che potrebbe anche averlo istigato). Il nuovo tedesco, Steffen, e' una maschera di pietra, ma mi sembra troppo stralunato ed e' arrivato da troppo poco per una dinamica cosi' surreale. Rimane un altro americano, Juan, che non mi sembra abbia troppo tempo da perdere con questi giochetti, e la cinese e la giapponese del terzo piano, che non hanno nessun rapporto con gli altri abitanti del castello. Mai si sono fermate agli altri piani. I vicini? O il manovale che recentemente ha fatto dei lavori? Tuttavia negli ultimi giorni non avrebbe dovuto essere in servizio.

Unfortunateli Pittsburgh non e' Vigata, che una nuotata notturna mi avrebbe chiarito le idee. Non e' consigliabile farlo nel fiume, di questi tempi. Ma questa e' tutta un'altra storia...

Beltra, em fa molta illusio'

che vi siate riuniti tutti da quelli che stanno a un chilometro da casa tua. Speravo che avreste messo un piatto anche per me, come si fa per gli "assenti" in certe culture orientali. Ma penso che non lo abbiate fatto. Anzi, sono sicuro che vi siete pappati le generose porzioni della Quica senza un minimo di nostalgia, alla mia facciaccia.

Thursday, December 07, 2006

Nevica!

La prima nevicata ha sorpreso Pittsburgh che ancora non faceva freddo. Ha coperto tutto di un manto bianco sottile, pochi centimetri ma sinceri. Non pensavo che anche qui esistesse la psicosi da neve. Certo, in Italia le scuole sarebbero gia' chiuse per l'"emergenza" neve, ma anche qui gli autobus hanno avuto problemi per il ghiaccio, e verso le tre la gente e' scappata di corsa dagli uffici per non rimanere nel traffico. Eppure, era attesa, e nevica ogni anno. Per ora niente foto mie, perche' mi si e' rotta la macchina.

Ovviamente la preoccupazione maggiore era per gli Steelers, che giocavano in serata e avrebbero contribuito al collasso di downtown.

Ieri sera ho visto la mia prima partita di football in TV, quasi per intero, e l'ho trovata abbastanza digeribile. Sara' perche' il gioco degli Steelers si caratterizza per un esasperato catenaccio e un regista geniale e incostante. Sembra il calcio italiano. Sono stato perfino contento che "abbiamo" fatto un culo cosi' a Cleveland. Era quasi un derby, sono appena 3 ore di macchina. Per chi non e' in un Paese cattolico, come me, e non ha contatti con troppe immacolate, buon lavoro!

Foto: entrambe da http://www.post-gazette.com/

Tuesday, December 05, 2006

La collina degli scoiattoli

Comprare l’ultimo libro di Jimmy Carter, “Palestine, peace not apartheid” nel quartiere ebreo di Pittsburgh, dove vivo, mi e’ suonato strano, per quanto credo che a nessuno abbia fatto alcuna differenza. Non so, non mi aspetto di trovare nel libro chissà che illuminazione, ma mi sono sentito come se dicessi, al libraio, a me questa storia interessa.
La verita’ e’ che, come in molti posti degli US, il quartiere ebreo e’ alla fine quello piu’ vivo culturalmente, con caffe’, che non sono solo il tipico Starbucks, librerie pubbliche (foto) e negozi di libri, cinema, alimentari, biciclette e via. Cosa che lo rende estremamente appetibile per uno come me, appiedato.
Qui, a differenza che in Europa, l’ostentazione dei simboli del giudaismo e’ forzata, come in quasi tutte le citta’ americane che ho visto. Non voglio entrare nel merito, se alla base di questo ci siano delle giustificazioni di rivalsa storica. Anche negli altri quartieri di carattere “etnico”, tipo quello italiano, si trovano i segni tipici, come il tricolore o i prodotti alimentari, ma niente piu’ che note folkloristiche che si vanno perdendo. Gia’ nellle zone cinesi ci si spinge piu’ in la’, con le scritte in lingua e i residenti che parlano tra loro in cinese. Ma qui, al di la’ delle insegne, delle candele e dei prodotti kosher, l’area e’ disseminata da centri religiosi e culturali jewish, se non apertamente sionisti, oltre che popolata da ebrei ortodossi, vestiti in maniera tipica. E il vicinato ha delle regole sociali non scritte, tipo di controllo reciproco sulla sicurezza delle abitazioni, non raro, per la verita’, anche in altre aree, qui negli US. Tra le altre consuetudini, sembra, per esempio, che sia “buona norma” farsi curare il giardino da un professionista, invece che avventurarsi da se’ con tagliaerba e cesoie. Con mio sommo gaudio, la mia padrona di casa, la solita B, se ne frega. Piu’ per questioni di piccioli che di principio. Passa sopra a questo tipo di convenzioni, come a molte altre cose (‘I don’t follow the rules’, dice lei), facendo supremamente incazzare il vicinato, che per dispetto, pare, ha mandato un’ispezione comunale sull’abitabilita’ della casa. Ovviamente superata. Con l’arte di arrangiarsi cinese, che e’ ormai ben superiore a quella italiana.

Foto: Public library di Squirrel Hill, Pittsburgh

Monday, December 04, 2006

A melting pot

Conoscete gia' B, la padrona di casa, che nella mia odissea americana rimane una figura centrale, per quanto ormai capiti raramente di incontrarla. Joan mi aveva avvertito, e ho scoperto che risulta peculiare anche ai miei housemate. Probabilmente perche' conserva alcuni tratti di personalita' e cultura profonadamente cinesi, fusi con aspetti di un'ormai avanzata americanizzazione.

Il giorno del trasloco nella nuova casa, dopo aver scaricato le valigie e i pacchetti vari, ero pronto a ricevere le chiavi e qualche minima dritta sul funzionamento dell'edificio, tipo come funziona il riscaldamento e qual'e' la password per la connessione alla rete internet. Cose per me vitali.
Ma le priorita' possono essere estremamente varie, e dare un'idea della personalita': "Questo e' il posto dove lasciarmi l'affitto, entro il 5 del mese. Il televisore - lo accende e lo spegne - funziona. Ci vediamo."...B e' gia' sulla soglia. "Le chiavi?", chiedo. "Ah, le ho dimenticate, per ora non chiudere, poi te le porto".

Wednesday, November 29, 2006

Separati alla nascita

Ieri e’ arrivato il tedesco, quello vero. Quello che sostituira’ il tedesco finto, mio attuale housemate, che invece ha la fidanzata cinese di cui tenta con fatica di imparare la lingua, non e’ interessato al calcio e non sopporta i tedeschi, e, soprattutto, non beve alcolici ma e’ un estimatore dell’espresso di qualita’!

Ieri ho comprato la birra, Sam Adams, bostoniana discreta, e gliene ho offerta una. Nella nuova casa non c’e’, non ancora, un apribottiglie, ma il tedesco vero ha estratto un portachiavi con apribottiglie incorporato. Uber alles! O vi aspettavate che l’avesse fatto saltare coi denti, il tappo?

Censura!

Grazie del drive, Beltra. Girare il capo di imputazione a Deaglio, che rischia ora una multa di 300 euro per turbativa dell'ordine pubblico, è perlomeno ridicolo, e sembra anche a me indice di un brutto clima. Concordo col Mainifesto che le dichiarazioni di Berlusconi subito dopo le elezioni (per giorni si rifiutò di riconoscere il risultato) erano ben più destabilizzanti.
Qui Michael Moore non ha subito censure nè multe, se non per divieto di sosta.

Purtroppo non ho visto il documentario, comunque io la voce del "centrosinistra" non l'ho sentita, ma si capisce, sono troppo lontano!

Tuesday, November 28, 2006

Verba volant

Sappiate che comunico a sighiozzo perche' non mi sto trastullando, quaggiu'. Oggi ho tenuto la mia prima lettura alla sezione di invecchiamento del Dipartimento di Epidemiologia, della durata di circa mezz'ora, discussione esclusa. Era prevista per il 12 Dicembre, ma quella a cui toccava oggi ha fatto forca, avvertendo solo mercoledi' scorso.
Diciamo che oggi giocavo in casa, ma che il c..., come si dice a casa mia, te lo fanno lo stesso. E mi sembra di aver salvato l'onore.
Alla prossima!

Sunday, November 26, 2006

Ogino all'inquisizione

Nessuno mi dice mai nulla! Lo devo scoprire da solo, che sta per iniziare una rivoluzione, che l'ultimo muro sta per crollare, che il preservativo farà il suo ingresso in parrocchia.
Un giorno lui si affaccerà al balcone, e darà il via, come Benigni si aspettava da Berlinguer. E allora il mondo potrà finalmente smettere di astenersi. Come si è potuto andare avanti finora? Pare che anche i ciellini cominceranno a usarlo nel bacio alla francese, senza andare oltre, come è ovvio.

Quello che è bellissimo è che quaggiù di questa possibile rivoluzione non frega niente a nessuno! Per quanto, molti, in Africa, potrebbero un giorno ringraziare.

Thursday, November 23, 2006

Ringraziamento

La foto con la torta di compleanno con sopra un tacchino di gelato non è venuta, ma il tacchino, quello ufficiale, al forno, si vede bene.

C'era tutto, tacchino, stuffing (il ripieno di carne macinata, pane, spezie etc, che si mangia a parte), il purè di patate (col burro) il pane fatto in casa, i mirtilli, il vino e buona compagnia.

Wednesday, November 22, 2006

Aievedrim

Quando lo senti da un americano di vivace intelligenza ed elevata cultura, informale ed aperto, democratico ed anti-Bush, ti viene voglia di arrenderti.

Quando ti senti dire che sei troppo giovane per aver già abbandonato l'idealismo, perchè non credi nell'ideale delle guerre americane per liberare gli altri popoli dalle dittature... ti si seccano le parole, e, tra le altre ragioni, appena riesci a dire con un filo di voce che non sai più se sia idealismo o ingenuità pensare che le guerre non si debbano fare perchè dentro ci muore la gente vera, come tutti noi, ogni giorno, a manciate. E per ognuno che se ne va, tanti altri restano, intorno.

Domani si mangia il tacchino, anche lui ha smesso di cantare, da un po'.

Wednesday, November 15, 2006

Considerate, to be or not...?

Mi piace una parola che gli americani, raramente, usano nel linguaggio scritto: considerate. Ho la sensazione che gli inglesi, nel loro stile, possano usarla ancor di piu’ (ma per questo mi rimetto a MR).

In italiano usiamo solo il negativo, sconsiderato. Anche in catalano sono sicuro che ci siano parole dall’etimologia affine – ammicco a quelli col nivell D –, per quanto la traduzione piu’ immediata del negativo “sconsiderato” che viene in mente a un catalano di strada come me è poca solta (traducibile come “scarso senno”?). Mes sinónims al seguente link.

Insomma, da un lato l’invito “be considerate, termine agli antipodi rispetto al così diffuso trash talking, puo’ sembrare un’esortazione troppo politically correct e un po’ pedante, tipica di certe (solo alcune) attitudini borghesi americane. Ma, soffermandomi un momento sul reale significato, mi sembra piu’ un invito ad esaminare la situazione e a ragionare, lontano da quel generico “comportati bene” o "attento a quello che fai" con cui mia nonna, non me ne voglia, sottendeva “comportati in maniera propria”, cioe’ adeguata a degli standard, che, non esplicitati, erano ovviamente i suoi. In questo caso voglio vedere la considerazione più come una libera interpretazione da modularsi sulle regole della convivenza o della società (tipo “be considerate, clean the microwave...”). Forse è proprio per questo che gli americani, pur possedendo questa parola, non la usano quasi mai.

Proiezioni di Peters

Sara’ che ho lasciato un pugnello di buoni amici, o forse solo qualche uccellaccio che e’ impaziente di vedermi soccombere qui nell'Impero, ma il Bel Paese tira con autorita’ la volata dei visitatori del blog. Seguita dalla Catalunya, che, ahime’, questi software online continuano a chiamare, con una sineddoche inversa (?), Epagna. Gli amici catalani cominciano anche timidamente a partecipare (vedi Xmen, che solo per il fatto di avere un vero nome che consente di essere contratto in questo modo merita gia’ una lode).

In terza battuta ci sono narcisisticamente io, che faccio numero quando mi apro il blog per guardare i commenti, affiancato da qualche poco misterioso e anche relativamente assiduo residente negli US. In realta’ ho avuto anche qualche contatto da Chicago, per quanto direi che e’ l’ultimo posto in cui conosca qualcuno. Saranno inciampi, come suppongo pure quelli dall’India e dall’Ungheria (2 contatti), Giappone, Hong Kong, Belgio, Chile, Francia Islanda e Uruguay (1 contatto). Se mi sbaglio, che i facciano vivi.

Per il resto, l’olandese volante porta quasi da solo il peso dei paesi europei “altri”, assistito recentemente dal panzer HerNanni, e talvolta dall’uomo col kilt (con o senza sorpresa?).
Mi consola che non mi pare ci sia nessuno che accede tutte le volte tramite ricerca su google, come succede nel blog del Beltre.

Insomma, non siete poi tanto anonimi. Del resto, qui a contatto con gli yankee, non potevo che prendere la cattiva abitudine di controllare. Vediamo se nei prossimi giorni questa piccola mappa affettiva si allarghera’ un po’, visto che me ne vado a Dallas fino a domenica. Avrete mie notizie, come io ne ho, piu’ o meno, di vostre. Ci sentiamo tra qualche giorno. Hasta, siempre!

Dati raccolti da Webstats4u.com

Tuesday, November 14, 2006

A new place

Folks, grosse nuove. Senza darvi preavviso, ho cambiato casa. Quartiere di Squirrel Hill, l'indirizzo preciso non lo so, tra Wightman e qualcosaltro, tipo Bartlett, non mi ricordo. Resto tranquillo: non potete venire a trovarmi senza preavviso.
I miei bagagli sono aumentati esponenzialmente rispetto al mio arrivo, una grossa valigia in più prestata da un amico non è riuscita a contenere ancora tutto, e mi sono trascinato anche un paio di bustone Ikea. Accompagnato dalla padrona di casa, che continua essere la solita Barbara cino-taiwanese, ho mollato i vari pacchi sul parquet di bambù appena finito di posare, di provenienza ovviamente cinese. Spero che la colla non tradisca, o almeno di non rimanerci attaccato. Ho conosciuto il 75% dei miei roommate, ben sei, che compongono già un buon mix etnico (Cina - vi ricordate il mio primo amico pittsburgher Chao-Chen o Charles? - India e US). Mi mancano Germania e Giappone. Ho parlato più stasera che da quando sono arrivato a Pittsburgh. E' stato buffo, via via che li conoscevo, alcuni si presentavano anche tra loro.

Quando tutti sono tornati nelle loro stanze ho sistemato le mie cose, e poi ho camminato per questa grande casa, a lungo, guardando tutto come una scoperta, provando timidamente gli interruttori, aprendo gli sportelli della cucina e i cassetti.
Infine, ho spento un po' di luci, nel patio e nel corridoio, che non stavano illuminando un bel niente.

A più tardi i dettagli sulla casa e sul neigborhood, ora sono stanco e ho urgenza di collaudare il letto.

PS: salgo all'87.5%, ho appena conosciuto anche il tedesco che divide con me cucina, living room e una parete.

Monday, November 13, 2006

Trivial size

La M europea mi andava decisamente stretta, la L calzava appena giusta, e non perchè io sia particolarmente robusto, come sapete. Meraviglie dei tessuti elastici.
Pochi giorni fa ho comprato tre paia di boxer a saldo, non di marca ma di buona qualità, mi sembra. Sono stato giudizioso, arrotondando per difetto, ma nella M americana ci potete entrare anche voi, tutti insieme, intendo! Non sono certo ingrasssato, con tutta l'attività calcistica, ma nemmeno dimagrito. Del resto, dovevo aspettarmi che le mutande fossero proporzionali alle dimensioni delle porzioni al ristorante.

Che fare? Lavare ad alte temperature, doppia centrifuga e asciugare a tutto calore? Mettere un annuncio su Ebay, sezione "Accessori"?

Se qualcuno ha messo su pancia, ma parecchia, gliele regalo, blu metallizzate con finissime righe bianche trasversali, hanno ancora pochi chilometri, come nuove! Purchè non sia troppo triviale nei commenti a questo post.

Sunday, November 12, 2006

Informazione?

Domenica a pranzo. Da un po' non seguo con attenzione le vicende italiane. Tento la traslazione verso casa: dal sito della rai mi guarderò il telegiornale. Niente TG3, mi sembra, mi danno solo il TG1.
Apertura sui caduti di Nassirya, Prodi e Parisi blaterano frasi di circostanza. Il vantaggio di vedere la tv in questo modo è che, se ti annoi, salti e vai avanti. Nassirya non mi appassiona, Casini che grida allo scandalo per la mancata cerimonia nazionale, facendosi portavoce del popolo ("siamo stanchi di questa sinistra"), ancora meno. E' incredibile come siamo arrivati all'obbligo di sentirci dire almeno una cazzata da tutti, uno per partito, perfino da Rotondi della DC. Se uno dice una cosa, per correttezza un commento a testa per tutti gli altri! Interessanti come le interviste dei calciatori a fine partita. Per cui, salto. Dopo un paio di cifre sulla quotidiana ecatombe in Iraq (il giornalista commenta:"la più grave da quando Saddam è stato condannato a morte", cioè dall'altro ieri!), la politica estera, quella vera, cui è dato il giusto spazio, cioè il Vaticano. E' domenica, non ricordavo più che toccasse doppia razione di Razinger. Come vedo il berretto bianco e i papaboys che sbavano sotto il balcone, tiro avanti il nastro, e sueccellenza si fonde con la maestra beccata nuda con gli studenti delle medie. Una volta queste cose succedevano negli USA, non in Lombardia. Ho una crisi di identità spaziale, vabbene americanizzarsi, ma non a questo punto! Insomma, salto un altro pezzo di TG, fino a un servizio di tre minuti sullo scalogno modenese, vita morte e miracoli del bulbo rosso dal cuore bianco. Un'altra sforbiciata al video e...ops, non ce n'è più. In fondo, il TG1 formato 4 minuti è meglio di quanto ricordassi.

Wednesday, November 08, 2006

Pizza connection

Il mio nuovo pizzaiolo di fiducia lo ripete ogni tre per due,"E' tutt'un book", o u bbbucc, con la b e la c marcate da italiano del sud. Franco e' un barese che ha lasciato l'Italia da circa quarant'anni, all'eta' di 21. Il pranzo in piedi al bancone e' di solito un suo monologo sulla politica americana, mentre il garzone afro-cinese si affaccenda lentamente per i clienti. Franco lo comanda a distanza, "ora servi la misse", e gli fa pagare le slices di pizza per uso personale fino all'ultimo cent. D'altra parte, e' gente che ha fatto la fame.

Franco appartiene ad una generazione disillusa, che e' stata coinvolta in qualcuna delle bolle speculative della borsa, diventando rapidamente multi-milionario, e, con la stessa velocita', perdendo tutto. Ne ho gia' conosciuti diversi. La sua visione del mondo si basa dulla teoria del complotto, cioe' che gli eventi cardine siano tutti preordinati, come un libro, u bbbucc, già scritto. Dall'omicidio Kennedy alle due torri, e non va per il sottile quando afferma che "Le torri erano minate da dentro, lo dicono gli ingegneri e gli esperti di esplosivo", o "Quel giorno di jewish non ce n'era nemmeno uno, in qualche modo li avevano fatti rimanere tutti a casa". Insomma, un disegno per arrivare in Iraq, per il petrolio, e per spostare le basi militari sempre piu' vicino all'oriente. Da uno che ha esportato la pizza non ci si poteva certo aspettare una maggiore originalita' rispetto a teorie che si vanno diffondendo. Ma Franco e' radicale, nessuno e' escluso dal disegno:"Anche quello del Venezuela, Chavez, che poi continua a vendere il petrolio per le automobili americane, sta li' perche' ci deve stare, perche' sono tutti d'accordo...e' tutto un book". Quando gli chiedo come si comportano gli americani sentendo uno che dice queste cose, risponde solo che non ascoltano o non ci credono.

Forse, come pensa qualcuno, il mondo adesso sarebbe migliore se, allora, invece di George W Jr avesse vinto Al Gore...infatti non ha vinto.

Questo Paese ti induce a una sospettosita' esasperata, con tutto quello che si sente dire a proposito del controllo su email, telefonate etc. Non sono ancora sicuro delle vera natura del mio pizzaiolo, se sia un complottista autentico o se le sue chiacchiere non siano un'esca per far parlare i clienti, soprattutto alla luce del suo passato da tecnico radiooperatore, che a Camp Derby (Pisa), nel dopoguerra, riceveva i messaggi dalle spie yankee in Ungheria e Cecoslovacchia, come in una qualsiasi pagina di quel book.

Foto: businessweek.com

Tuesday, November 07, 2006

L'asino sottobraccio all'elefante

Anche se non ne ero pienamente cosciente, lo sospettavo. Di essere nel "miglior Paese della storia del mondo", e nel "miglior Stato di questo Paese". Quina sort !, viva l'onestà. Lo ha sostenuto stasera Rick Santorium, dopo essere decaduto dalla carica di senatore del Commonwealth of Pennsylvania dopo 16 anni, e aver ceduto il posto al democratico Bob Casey, che ha preso il 59% dei consensi. Il discorso di Santorium è stato tutto al plurale: insieme all'inseparabile moglie Karen, non smettevano di ringraziare, dal Padreterno fino al rivale Casey, definito un'ottima persona, che senza dubbio farà un grande lavoro per lo Stato. Da parte sua, Casey non è stato da meno: introdotto dalla moglie Therese sul palco dove stavano pure le 4 figlie, la mamma, i cugini e i nipoti (nessuna iperbole!), ha ripetuto all'infinito la parola "change". Qualche spunto demagogico (assicurazione sanitaria più accessibile, menzione ai 136 ragazzi della Pennsylvania morti in Iraq), prima di finire col volemose bene per dare la caccia ai terroristi, senza quartiere. Dallo Stato in cui fu redatta la Dichiarazione di Indipendenza e dove fu scritta la Costituzione sembra che partirà il nuovo corso.

Si rinnova un terzo del Senato. In generale, sembra, una moderata avanzata dei Democratici. Mentre sto andando a dormire, con 3 senatori Democratici in più la maggioranza cambierebbe. Il nuovo corso avanza. Qui siamo tutti più tranquilli, da domani di tutto ciò non rimarrà traccia, e tutto continuerà tale e quale a prima.

Good night, and good luck!

Sunday, November 05, 2006

Live at the Supermarket

Per i musicisti delle nuove generazioni il futuro non è così nero. Se le cose non andassero bene, potrete sempre lavorare al Supermarket. E non si tratterebbe di un ripiego, ma della vostra arte. L'ho scoperto sabato pomeriggio, al Giant Eagle vicino a casa, quando, "one, two, three...", mi sono ritrovato a fare un swing shopping. Dietro il banco della carne tamburellavano con le dita, e le vecchiette aggrappate ai carrelli sculettavano a ritmo di bebop.

Non è certo l'augurio che voglio fare ai musicisti (per quanto tra un matrimonio e un supermarket non so se ci sia differenza, non ho idea della paga!)...in particolare ai miei amici Terol (la web del mitico Pau è linkata a destra, concerto il 28 dicembre al Keyboard) o ai fiorentini Pentatonix, o ai più giovani come Filippo Di Bari. Ma il messaggio è "never give up". Non è questo, in fondo, il Paese delle opportunità?

Suonare nel metrò ha il suo fascino bohemien, e infatti si fa a Paris. Ma non è detto che anche qui a Pittsburgh non si faccia serata, magari con un pezzo di cheddar cheese o un bidone di Campbell's soup.


Nota del redattore: cliccando sulle foto, si dovrebbero ingrandire.

Wednesday, November 01, 2006

Coccodrillo di AR

Come saprete, il "coccodrillo" è un articolo commemorativo su un personaggio pubblico, confezionato previamente, ed edito in occasione della sua scomparsa.

In questo caso, della sua scomparsa da Pittsburgh. Non posso negare che mi mancherà, questa specie di Jack Johnson padano, per fortuna non leghista. Una specie di divo da adolescenti, il pallone, la chitarra e il surf, che però è maturato in fretta, in questa scuola di vita che è l'America delle acciaierie. Insomma, del materiale umano c'è. Qui, ha fatto praticamente il calciatore professionista, con una media di 3 partite a settimana, tenendo alta la bandiera dell'Hellas, ruvido difensore gentiluomo, degno del miglior Ficcadenti. Il tempo libero lo ha dedicato alla ricerca...alla ricerca della migliore pizza della città -Pizza Prima, Vocelli, Mineo o Milano's. Alla fine della sua esperienza, la sentenza è stata chiara: "Milano's tutta la vita". E' diventato inseparabile di Ben, il pizzaiolo, che gli ha presentato tutta la famiglia. In un ultimo sussulto di lucidità, questo quinto Beatles postmoderno, ha lanciato il canto del cigno, inventando il cosiddetto "metodo Rossi" per la lettura della risonanza magnetica della coscia, che gli procurerà forse il Pallone d'oro postumo.

Gli devo l'introduzione nel mondo sportivo della Pennsylvania. Lui, la scoperta di un amore insospettabile per la salsa, nel senso del ballo, dopo essere stato da me trascinato a un paio di lezioni.

Nella speranza di ritrovarci presto per fare altri danni, in bocca al lupo per la scalata ai vertici della geriatria mondiale!


A sinistra in alto: il cantante surfista Jack Johnson

Tuesday, October 31, 2006

Cramoroso ar Poggio

La notizia è giunta fin quaggiù: con una sensazionale rimonta, Zenza s'è laureato! L'abbiamo fatto architetto. Dai tombini della Cina al rango dei togati in Fiorenza. L'Università degli Studi perde uno dei suoi storici sponsor (per le tasse pagate). Congratulazioni Filo.

La solitudine del ricercatore

Mercè è partita, dopo circa venti giorni, e sembra essersi portata via il sole che l'ha inseguita da una città all'altra, in questa lunghissima coda estiva. Tornando a casa, ho saltellato tra una pozzanghera e l'altra nel cercare l'abbonamento al bus per novembre, rannicchiato sotto un microscopico ombrello allegato a una qualche rivista italiana. Il nostro viaggio è stato perfetto, e anche di Pittsburgh conserverà un buon ricordo, lasciando a me il fardello dell'inverno. I 60 giorni di sole all'anno di cui questa città dicono che goda dovrei averli già esauriti, anzi direi che la Pennsylvania è stata clemente, fino ad ora, con un credito di giornate serene. Anche il mio compare Andrea (il cui "coccodrillo" sarà postato nei prossimi giorni) se ne è tornato a casa, in padania, lasciandomi in eredità un'email commovente, un gioco di lenzuola e un paio di parastinchi da calcio. Insomma, mi sembra di essere tornato ai primi giorni qui, come un po' più lontano dalle persone.

Hanno avuto il coraggio di abbandonarmi sotto una valanga di zucche (foto scattata qui nei dintorni ), di bambini imprenditori che accumulano candys, e di adulti che hanno superato qualsiasi senso del pudore, come negozianti travestiti da orso o persone comuni con dettaglii diabolici, tipo signora sul bus con tailleur e busta della spesa, un paio di corna rosse e una strega che si illumina a intermittenza al collo, come se tutto fosse normale (foto).

Monday, October 30, 2006

Top four

Ancora non ho visto Vancouver (British Columbia, Canada), ed ho solo lontani ricordi di Buffalo (che mi bastano e avanzano)! Condivido virtualmente questa esperienza US con tre amici catalani. Joan è il più vicino nello spazio: fa il fellow in pediatria a Buffalo (NY). Angela è pure fellow di pediatria, ma a San Francisco, e Fidel fa un master in psichiatria a Vancouver. Erano originariamente amici di Mercè, ovviamente. Li sento e li vedo (via webcam) più ora di quanto abbia mai fatto...un po' perchè stiamo vivendo esperienze parallele, un po' per il fuso orario, che a volte ci lascia soli nella rete, scollegati dall'Europa.
Insomma, dopo questo viaggio "coast-to-coast" direi che senza dubbio Angela è al primo posto, nella speciale classifica "a chi gli è toccata la città migliore". Per quanto, in realtà, mi dicano che Vancouver valga davvero la pena (e dovrò sincerarmene di persona al più presto!!!). Ci sarà tempo di postare le foto che ci ritraggono in bici sul Golden Gate (un esempio in basso), o nei boschi di Red Woods, però credetemi, la città è cosmopolita, piena di gente stravagante (foto in alto), rilassata e non stressata come le metropoli dell'east, ricca di eventi culturali, controculturali e di iniziative politico-sociali (grazie anche a Berkley). Una città a misura d'uomo...mi consola almeno il fatto di vivere in una città a misura di tasca, rispetto a SF o NYC.

Comunque, sono di nuovo a "casa"...quando ieri sera abbiamo intravisto i ponti di ferro, in fase di atterraggio, sia io che Mercè (la ragazza si sta contagiando!) siamo stati contenti: un po' per le fatiche del viaggio, un po' perchè è una piccola città senza troppe virtù, ma che si fa apprezzare.

Friday, October 27, 2006

...na tazzulella e' cafè (Moka Corporation part 2)

Quando si dice che l'argomento è caldo...Rosa ha inviato una email sul contenzioso tra Oxfam (ONG inglese) e Starbucks (link), che si opporrebbe a un piano del governo Etiope per aumentare il controllo e la rendita dei contadini locali sul commercio del caffè che essi stessi producono.

Dal sito di Oxfam è possibile anche aderire alla campagna di pressione su Starbucks (cliccare per il link).

Tuesday, October 24, 2006

Moka corporation

Sono convito che la qualità di una città americana (e, tra molto poco, del resto del mondo) sia inversamente proporzionale al numero di Starbucks cafè. Li ritengo un segno abbastanza evidente e moderno, dati gli standard qualitativi apparentemente più alti di un McDonalds, di massificazione e penetrazione delle corporations nel tessuto sociale, della middle class in particolare. La capacità di fare terra bruciata di qualsiasi tipo di libertà di impresa, per dirla coi liberisti, e di espressione, è massima: a Manhattan trovare un altro caffè qualsiasi è quasi impossibile. San Francisco mi conferma questa teoria: la città è rilassata e viva, e gli Starbucks sono meno delle dita di una mano!

Nella foto: un caffè nel quartiere "Mission", SF.

Coast to coast

Non sono sicuro che questo viaggio coast-to-coast sia salutare, in questo momento...i tre giorni passati a NYC, e quelli che si preparano a San Francisco, in cui siamo appena arrivati, rischiano di sollevare l'angolo del tappeto sotto cui ho nascosto tutta la polvere. La polvere di Pittsburgh, intendo, a cui tutto sommato cominciavo ad abituarmi. Giá in questi giorni, andando in giro per Soho, o anche per upper Mahattan, che non avevo mai visto (camminando per Harlem o per Washington heights, il quartiere dominicano), si aprivano orizzonti sugli USA che avrei potuto vivere...e che forse non mi sarei potuto mai pagare!
Comunque, adesso la scoperta di SF e della west coast! Altre tre ore indietro, che aumentano il gap con "voi" europei (a 9 ore). La città già promette, solo la vista da Alamo square al primo approccio, ieri sera, da cui lo skyline dietro le case tipiche (foto), e tutta la baia piena di luci.
Non vi lamentate: lasciatemi ancora qualche giorno di evasione (suona bene, nella città di Alcatraz), e poi mi implorerete una tregua, la prossima settimana, dal reportage di questo viaggio dall'Atlantico al Pacifico.

Thursday, October 19, 2006

In quota (mille)

Carissimi,

come gia' ho detto piu' di una volta, e dichiarato nella mia personale "costituzione" (primo post in assoluto, mese di agosto, "Genesi di un blog"), e' un piacere trovare dei commenti al risveglio, tra la colazione trangugiata di fretta, quei dieci minuti sui pedali, ed il caffe', purtroppo ancora americano, in ufficio. In effetti il gioco e' un po' da esibizionista/voyeurs, pero' giuro che se fossi a Firenze me lo risparmierei (per non essere indicato di soppiatto all'Esselunga, del tipo "Visto che ha scritto ieri, quel porco?"). In realta' direi che e' piu' un modo di sentirmi vicino, e tendere un qualche filo, mi pare, yankee-italo-catalano-olandese. Per questo preferirei il dialogo al monologo, anche se so che, pur di nascosto, piu' di uno si interessa alle mie vicende: proprio oggi siamo a quota mille contatti da quando, a meta' settembre, ho messo il counter (parte sono miei e di qualcuno che conosco, che ha il blog come pagina iniziale, ma una piccola percentuale, giuro). Mi fa anche piacere che prendiate il blog per parlare dei fatti vostri, sarei anzi interessato ad un approfondimento sulle "gesta tra zucchine e cetrioli...".

Dottornic: e' vero che gli interventi sulle palpebre funzionano meglio dopo un paio di tiri? Scommetto che hai partecipato alla manifestazione di Greenpeace nel quartiere a luci rosse, l'altro giorno. Aspetto le tue avventure, anche privatamente, per email. Beltre: una volta ho trovato il numero di casa di AB in un posto dove ho lavorato (qualche anno fa, sempre negli US). Lo stavo per chiamare, per mandarlo...ma la privacy!!! Comunque, come ho letto su un altro blog a proposito della scrittrice espanyola Maria De la Pau Janer, potrei ripetere lo stesso per il nostro AB:"Em caus fatal!". Quindi, meglio Ramazzotti.

Un grazie in particolare a Rosa, che ha abbandonato il pudore che NON le conosco, per avventurarsi nella lingua italiana (che sta scordando, ma provvederemo!). E' lo spirito che cercavo negli amici catalani (Marc a parte, per cui è ormai troppo facile confrontarsi con la mia lingua). Del resto anch'io mi espongo, quando mi avventuro nel catalano scritto, che non e' certo il mio forte! Rosa: "nuovi" anava molt be', has posat el "(?)" al lloc equivocat, ja que s'escriu "amici", i no "amichi". Esperti di semiotica hanno poi dedotto che tutte quelle varianti delle "papardelle" starebbero per "farfalle" (da "papallones", forse). Un augurio di pronta guarigione, e che questo tempo di meritato riposo ti veda piu' spesso sul blog.

Thanks to yunz,
M.

Wednesday, October 18, 2006

What a mess

Di giorno in giorno, scopro un'elasticità insospettabile. Pensavo che sì, mi sarei potuto allungare abbastanza, ma credevo che ad un certo punto avrei raggiunto un limite, restituendo con violenza l'energia accumulata, o spezzandomi in due.
Il fatto che Mercè noti il disordine e, diciamolo pure, qualche sporadica ragatela negli angoli, la dice lunga sullo stato di questa casa, in particolare per chi conosce Mercè. Provvedo in realtà a pulire i miei personali spazi più di quanto non facessi a Firenze! Ma è la casa in sè, molto grande e un po' decadente, con la sua modernità lasciata agli anni '70, che tende all'entropia: gli armadi della cucina sono strapieni di scatole e bustine stipate come in un tetris perverso, ed i libri, dalla filosofia, al design, alla fisica, conservati da una coltre di polvere sugli scaffali. Il tutto in armonia con l'ambiente urbano, in cui soprattutto le cose pubbliche (dai marciapiedi, alle strade, alle facciate degli edifici), sembrano dimenticate, senza nemmeno il fascino di una bellezza passata, in questo caso.
Concordo che lei stessa, negli anni di via Capponi, sia stata una buona insegnante di caos. In questo alla fine ha vinto, ne è testimone chi ha vissuto da vicino la mia conversione dalla pratica dell'ordine. Ma adesso la ringrazio pubblicamente! Il wu wei di cui parlavi, Marc (lasseiz faire...), anche se non lo applicherei ad uno Stato, lo sento calzare alla perfezione!

top: from www.sonoma.edu
bottom:"Contortionist I" by Alice Sue Chism

Tuesday, October 17, 2006

Vol de nuit

Sembra che arrivare a Pittsburgh dal cielo, durante la notte, faccia vedere le cose da una prospettiva diversa. Le luci che si riflettono sull'Ohio river, ed i ponti, secondi per numero solo a Venezia, potrebbero avere un loro fascino, qui, nella città perduta nel nulla, nell'ormai defunto sito industriale...forse perchè non ci si aspetta niente, si può, per un attimo, restare sorpresi. Anche se si arriva dalla Catanlunya più in voga. E' proprio questo il rischio, che la prima volta pensi che sia orribile, mentre la seconda già "però, non è poi male"...se inoltre per meno di 10 dollari mangi in un ottimo buffet indiano, e nei momenti di sconforto trovi perfino le friselle, la vita può avere non essere da buttare, anche quaggiù. E Fallingwater, la casa di Frank Lloyd Wright, non si fa mancare a nessuno (che altro poi c'è da fare, qui?!).

Insomma, per qualche giorno si può resistere anche a Pittsburgh...anche se, dopo la primissima neve (portata in valigia?), la pioggia battente di oggi, e, soprattutto, gli americani, penso sia già più che abbastanza.
Già comprato il biglietto?

Friday, October 13, 2006

Saggezza veneta

Cito alla lettera, in riferimento alla nostra esperienza oltreoceano:

"Questo e' come un Erasmus triste, si lavora tanto e non c'e' un cazzo da fare"

Firmato AR

Thursday, October 12, 2006

Nota sul caso Majorana

Per chi, prima o dopo il mio post del 18 agosto, si fosse interessato alla vicenda di Ettore Majorana, il compagno DDG (che penso sia stato l'unico, alla fine) mi ha mandato un link a un articolo del Corsera. La prima parte, di cronaca, e' un po' troppo "epica", per il resto fatti noti con qualche considerazione originale.

A risentirci.

Monday, October 09, 2006

Noio vulevon savuar l’indiriss

Ho visto Black Dalia, di Brian De Palma, regista che in verità non amo molto, non tanto per Scarface, quanto per le ultime prove (Femme fatal era veramente "fatal", nel senso catalano, cioè terribile).
Non commenterò il film, perchè credo di aver capito il 5% dei dialoghi. Avrebbe potuto essere in Suomi. Forse lo era. Il mio inglese sta involvendo? Puo' essere, tra italiani, centro-latino americani e catalani che mi parlano in tre idiomi diversi. Talvolta cambio lingua da frase a frase! In più ci sono le conversazioni con taiwanesi, cinesi etc. Ma è strano, perchè altri film continuo a capirli. Comunque, aspetto da voi la spiegazione della trama.

Niente da dire, invece, su Scarlett Johansson, provocante e sofisticata, che si è fatta comprendere perfettamente anche quando stava in silenzio.


Pubblicita' regresso

Siamo in piena campagna elettorale per il rinnovo delle camere, le elezioni di "mezza stagione" (midterm), nel senso che cio' avviene alla meta' esatta del mandato presidenziale. Finalmente ho deciso di accendere il televisore, ed ho trovato l'etere intasato di spot.

Uno sugli altri. Corsa per il senato, rappresentante della Pennsylvania. Una voce elenca una serie di questioni, listate in grafica: "aprire le frontiere agli immigrati, cosi' che possano entrare tutti, anche dai paesi antiamericani" o "smantellare le basi militari, riducendo la sicurezza dei cittadini"...dopo ognuno di questi punti, la voce fuori campo candidato democratico Bob Casey, dice "E' quello che penso di fare!". La voce di Casey e' ovviamente registrata da un qualsiasi discorso pubblico (compresi rumori di fondo), ed astratta dal contesto.
Quindi appare il candidato repubblicano Rick Santorum, col suo taglio di capelli ingessato, classico ma moderno, scalato e ammiccante, che dice:"Se siete d'accordo con questo programma, allora Bob Casey is your guy! Io e mia moglie, invece, che ci preoccupiamo per i nostri figli, crediamo che la sicurezza bla bla bla...I'm RS, and I approve this message".

A parte la moglie, che non si capisce che c'entri, non sembra poi molto diverso dalle ultime politiche italiane. Unica differenza è che qui è montato "ad arte", lì le stesse cose se le urlavano, gli uni sugli altri, dai vari divanetti in pelle umana.

foto: www.kywnewsradio1060

Friday, October 06, 2006

L'estate di Kikujiro

La settimana che se ne va e' stata baciata da un cielo terso e un sole tiepido, quasi costante. Qui la chiamano "estate indiana", mi immagino perche' adesso e' stagione estiva, in India, o, i cinesi, "estate della donna anziana", forse per richiamare i sintomi associati alla menopausa.

Comunuque, clima tardo-primaverile. Che, nonostante la mia settimana lavorativa da wall-street 1929, ho apprezzato, o forse che ha contribuito a lenire l'impatto dei ripetuti incidenti di percorso. Leggevo poco fa del meriggiare pallido e assorto del Beltra su per la Faentina, passando per l'Olmo. Non si puo' paragonare, ma a volte i buchi in cui si intravede la vita vera sono piccole sensazioni, istanti, impressioni, come il contatto con gli elementi d'intorno, il vento che ti sfiora con la bici nel parco, e s'infila tra i raggi, la sera sulla via di casa, quando la strada e' deserta e la discesa ti guida, o il senso di liberta' scartando di lato e tagliando dal prato, per evitare due auto al semaforo. Ed alla fine, l'ingresso nella stradina dei caffe', dove tre luci e due persone ti ricordano l'umanita', prima di fermarti alla meglio pizzeria del paese (Village Pizza, la migliore la fa un'indiano!), ed imboccare il sentiero per casa.

Sara' poco, ma a volte aiuta a mandare al diavolo le persone, ed allo stesso tempo a riconciliarsi con gli uomini e col mondo.

Thursday, October 05, 2006

Te la do io l'America

Due post lo stesso giorno sono davvero troppi, ma dopo quello sul NY Times (vedi sotto), che incensava tutto sommato gli yankee, non posso non dare una visione d'insieme.
Negli ultimi due giorni:



  1. Si sono accorti che da due anni non aggiornavano il database sul quale sto (stavo) lavorando (e meno male che me ne so accorto io...). Almeno 2 settimane di lavoro nel WC.
  2. Il miglior computer che avevano a disposizione per far funzionare la macchina da 10,000$ che dovrei usare era un vecchio laptop con Windows2000 (con cui la macchina ovviamente non funziona). Ci manca poco che mi diano un Commodore64, ma forse sarebbe meglio. Morale, mi sono portato il mio da casa (come dire: con mezzi propri, o pranzo a sacco)!
  3. Il poster per il congressino della prossima settimana me lo devo fare con fogli A4 incollati vicini l'uno all'altro, mentre nel vecchio continente lo avevo sempre fatto grande, come i poster delle maggiorate dal meccanico. Tuttavia, apprezzo l'economia domestica, diciamo che ci voglio vedere un che di anti-consumistico (a volte mi scopro di un disperato ottimismo!).

Resistere, resistere, resistere? Ho un treno che parte alle sette e quaranta, si organizza per sabato sera? Magari a casa di qualcun altro, che la mia ormai e' okkupata...

Sbatti il vecchio in prima pagina

Una volta tanto non solo sensazionalismo, non sparatorie nelle scuole o pedofilia. Oggi siamo (come geriatra), e in particolare, sono (un gruppo di geriatri US, tra cui una delle mie cape, Anne Newman), sulla prima pagina del NY Times. Una sorta di revisione su alcuni degli ultimi studi importanti, l'articolo lancia messaggi semplici: per l'ennesima volta sfata i pregiudizi sull'invecchiamento, che non necessariamente porta all'immobilita' e al rincoglionimento, sottolinea il ruolo chiave del cervello e del cuore, e ripete che per stare bene da grandi bisogna restare attivi, in tutti i sensi (allenandosi fin da piccoli, aggiungo). Insomma, un sacco di advertisement per la ricerca.

A parte l'articolo, il NYT, che cerco di comprare quando lo trovo, resta un giornale di alto profilo. Per il resto, la stampa e' cronachetta e sport, e la TV inseguimenti in SUV per l'autostrada. Sul NYT, invece, c'e' la politica in prima, e a volte non della peggiore, molti esteri, temi sociali, cultura etc. E anche se la domenica pesa due chili, e costa 5$, non mi sembra che sia soggetto alle derive circensi delle nostre maggiori testate (Repubblica in primis, per quanto segua costantemente la versione online, e, in seconda battuta, Corsera).

Fedele al Manifesto, sempre, ma uno strappo per il NYT me lo posso concedere.

Monday, October 02, 2006

Little, little, Italy

Un breve reportage fotografico dalla sagra italiana di Bloomfield, il quartiere abruzzese (dove tutti si chiamano Sciulli, e dove hanno davvero i parchimetri con la bandiera dipinta - foto-).
Un po' di cibo pseudo-nostrano c'era. Il resto, data anche la giornata piovosa, si coomenta da solo.



Friday, September 29, 2006

Linda, Linda, Linda!

di Yamashita Nobuhiro, Giappone 2005, 114'.







L'auditorium dell' Università sembrava un po' Eccepizze. Solo che traslato a Osaka, intorno tutti giapponesi: proiettavano il primo dei due film di un ciclo di
cinema giapponese, in lingua originale con sottotitoli.
Una band femminile di una scuola superiore deve sostituire la cantante a tre giorni dal concerto. L'unica disponibile è una studentessa coreana che parla poche parole di giapponese. Si formano così le Paranmaum, cover band dei Blue Hearts, vecchio gruppo punk nipponico, di cui "Linda, Linda" è il pezzo di punta. E' una commedia buffa e leggera, nel senso del tocco, delicato (dovrei dire "deliziosa"). Il carattere dei giapponesi, un po' rigido ed ingessato, altre volte insofferente e ribelle, rende grottesche le relazioni quotidiane tra adolescenti. Il paragone con le storie yankee sulle high school è scontato, ma in questo film non c'è niente della banalità americana: la scuola e il ballo appartengono a una realtà parallela, e anche i primi amori, topos di questo genere, sono vissuti con estremo, ridicolo pudore .

"Linda Linda", dal film: http://www.youtube.com/watch?v=CQQUEicr6d8

Il sito ufficiale, poi mi dite che c'è scritto: http://www.linda3.com/

Wednesday, September 27, 2006

Pa amb tomaquet

Anche i cinesi hanno, talvolta, qualche sana abitudine alimentare. Devo dire che vado matto per il succo di guava (foto), per il frappè al frutto della passione e per il tè fatto con miele e buccia di limone. E nemmeno le fette di kiwi o gli spicchi di pesca con il riso o le costolette marinate mi dispiacciono.
Ma stasera mi sono fatto due fette di pan tomaquet, e non c'è niente da fare. Anche qui, da prima del mio arrivo, era arrivato il pane e pomodoro... Il pane e pomodoro è un ponte sul mediterraneo, dalla Puglia al Baix Camp. Ha ragione el Marc, la Catalunya ha grandi potenzialità: forse non con la "cuina amb llard i el porró de dues banyes ", ma ...datemi una fetta di pan tomaquet, e vi solleverò il mondo! Mi tornano in mente le parole di Manuel Vazquez-Montalban, che in alcuni momenti mi manca come un vecchio amico:

"E' indispensabile che tutti gli esseri e tutti i popoli saggi della terra capiscano che pane e pomodoro è un paesaggio fondamentale dell'alimentazione umana. Piatto peccaminoso per eccellenza perchè comprende e semplifica il peccato rendendolo accessibile a chiunque. Piatto peccaminoso in quanto può significare un'alternativa a tutto ciò che è trascendente, a tutto ciò
che è pericolosamente trascendente, se diventa cultura della negazione. Non fate la guerra ma pane e pomodoro. Non votate per la destra ma mangiate pane e pomodoro. No alla NATO e sì al pane e pomodoro. Ovunque e sempre".

foto: flickr.com

Tuesday, September 26, 2006

Ladri di biciclette

Ecco il nuovo diavolo rosso, una vecchia Panasonic 10 speed rimessa a puntino dal bulgaro che me l'ha venduta. E con il manubrio rivolto in alto è facile caricare due buste della spesa (una per lato). Ho trovato anche un paio di negozi dove ti vendono pezzi usati, e dove ti insegnano a ripararti la bici da solo, aggratis, una specie di comunità delle due ruote...dovrei metterli in contato col collettivo "Brugola Rossa" del CPA. Ormai è fatta, finchè non viene la neve sono a posto, poi monterò le ruote chiodate. Saluti.

Sunday, September 24, 2006

Buttalapasta

Ho una domanda urgente, vi prego di aiutarmi in qualità di compatrioti. Perchè da questa parte dell'oceano gli spaghetti si aggrumano? E' proprio così: nella moltitudine di spaghetti che se ne stanno correttamente per fatti loro, si trovano questi aggregati di 4-5 come incollati gli uni agli altri. In Europa non è mai successo! Va bene che la prima volta, qui, avevo usato un tipo di linguine che sospetto fortemente di provenienza cinese, ma stavolta si è ripetuto con pasta "d'importazione", come sta scritto. Colpa dell'acqua di cottura, dell'aria o dello scolapasta? Aspetto le vostre soluzioni, ho bisogno di certezze. Ora vado, che l'acqua bolle.

foto: www.lion-noodles.co.uk