Wednesday, November 15, 2006

Considerate, to be or not...?

Mi piace una parola che gli americani, raramente, usano nel linguaggio scritto: considerate. Ho la sensazione che gli inglesi, nel loro stile, possano usarla ancor di piu’ (ma per questo mi rimetto a MR).

In italiano usiamo solo il negativo, sconsiderato. Anche in catalano sono sicuro che ci siano parole dall’etimologia affine – ammicco a quelli col nivell D –, per quanto la traduzione piu’ immediata del negativo “sconsiderato” che viene in mente a un catalano di strada come me è poca solta (traducibile come “scarso senno”?). Mes sinónims al seguente link.

Insomma, da un lato l’invito “be considerate, termine agli antipodi rispetto al così diffuso trash talking, puo’ sembrare un’esortazione troppo politically correct e un po’ pedante, tipica di certe (solo alcune) attitudini borghesi americane. Ma, soffermandomi un momento sul reale significato, mi sembra piu’ un invito ad esaminare la situazione e a ragionare, lontano da quel generico “comportati bene” o "attento a quello che fai" con cui mia nonna, non me ne voglia, sottendeva “comportati in maniera propria”, cioe’ adeguata a degli standard, che, non esplicitati, erano ovviamente i suoi. In questo caso voglio vedere la considerazione più come una libera interpretazione da modularsi sulle regole della convivenza o della società (tipo “be considerate, clean the microwave...”). Forse è proprio per questo che gli americani, pur possedendo questa parola, non la usano quasi mai.

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