Tuesday, October 31, 2006

Cramoroso ar Poggio

La notizia è giunta fin quaggiù: con una sensazionale rimonta, Zenza s'è laureato! L'abbiamo fatto architetto. Dai tombini della Cina al rango dei togati in Fiorenza. L'Università degli Studi perde uno dei suoi storici sponsor (per le tasse pagate). Congratulazioni Filo.

La solitudine del ricercatore

Mercè è partita, dopo circa venti giorni, e sembra essersi portata via il sole che l'ha inseguita da una città all'altra, in questa lunghissima coda estiva. Tornando a casa, ho saltellato tra una pozzanghera e l'altra nel cercare l'abbonamento al bus per novembre, rannicchiato sotto un microscopico ombrello allegato a una qualche rivista italiana. Il nostro viaggio è stato perfetto, e anche di Pittsburgh conserverà un buon ricordo, lasciando a me il fardello dell'inverno. I 60 giorni di sole all'anno di cui questa città dicono che goda dovrei averli già esauriti, anzi direi che la Pennsylvania è stata clemente, fino ad ora, con un credito di giornate serene. Anche il mio compare Andrea (il cui "coccodrillo" sarà postato nei prossimi giorni) se ne è tornato a casa, in padania, lasciandomi in eredità un'email commovente, un gioco di lenzuola e un paio di parastinchi da calcio. Insomma, mi sembra di essere tornato ai primi giorni qui, come un po' più lontano dalle persone.

Hanno avuto il coraggio di abbandonarmi sotto una valanga di zucche (foto scattata qui nei dintorni ), di bambini imprenditori che accumulano candys, e di adulti che hanno superato qualsiasi senso del pudore, come negozianti travestiti da orso o persone comuni con dettaglii diabolici, tipo signora sul bus con tailleur e busta della spesa, un paio di corna rosse e una strega che si illumina a intermittenza al collo, come se tutto fosse normale (foto).

Monday, October 30, 2006

Top four

Ancora non ho visto Vancouver (British Columbia, Canada), ed ho solo lontani ricordi di Buffalo (che mi bastano e avanzano)! Condivido virtualmente questa esperienza US con tre amici catalani. Joan è il più vicino nello spazio: fa il fellow in pediatria a Buffalo (NY). Angela è pure fellow di pediatria, ma a San Francisco, e Fidel fa un master in psichiatria a Vancouver. Erano originariamente amici di Mercè, ovviamente. Li sento e li vedo (via webcam) più ora di quanto abbia mai fatto...un po' perchè stiamo vivendo esperienze parallele, un po' per il fuso orario, che a volte ci lascia soli nella rete, scollegati dall'Europa.
Insomma, dopo questo viaggio "coast-to-coast" direi che senza dubbio Angela è al primo posto, nella speciale classifica "a chi gli è toccata la città migliore". Per quanto, in realtà, mi dicano che Vancouver valga davvero la pena (e dovrò sincerarmene di persona al più presto!!!). Ci sarà tempo di postare le foto che ci ritraggono in bici sul Golden Gate (un esempio in basso), o nei boschi di Red Woods, però credetemi, la città è cosmopolita, piena di gente stravagante (foto in alto), rilassata e non stressata come le metropoli dell'east, ricca di eventi culturali, controculturali e di iniziative politico-sociali (grazie anche a Berkley). Una città a misura d'uomo...mi consola almeno il fatto di vivere in una città a misura di tasca, rispetto a SF o NYC.

Comunque, sono di nuovo a "casa"...quando ieri sera abbiamo intravisto i ponti di ferro, in fase di atterraggio, sia io che Mercè (la ragazza si sta contagiando!) siamo stati contenti: un po' per le fatiche del viaggio, un po' perchè è una piccola città senza troppe virtù, ma che si fa apprezzare.

Friday, October 27, 2006

...na tazzulella e' cafè (Moka Corporation part 2)

Quando si dice che l'argomento è caldo...Rosa ha inviato una email sul contenzioso tra Oxfam (ONG inglese) e Starbucks (link), che si opporrebbe a un piano del governo Etiope per aumentare il controllo e la rendita dei contadini locali sul commercio del caffè che essi stessi producono.

Dal sito di Oxfam è possibile anche aderire alla campagna di pressione su Starbucks (cliccare per il link).

Tuesday, October 24, 2006

Moka corporation

Sono convito che la qualità di una città americana (e, tra molto poco, del resto del mondo) sia inversamente proporzionale al numero di Starbucks cafè. Li ritengo un segno abbastanza evidente e moderno, dati gli standard qualitativi apparentemente più alti di un McDonalds, di massificazione e penetrazione delle corporations nel tessuto sociale, della middle class in particolare. La capacità di fare terra bruciata di qualsiasi tipo di libertà di impresa, per dirla coi liberisti, e di espressione, è massima: a Manhattan trovare un altro caffè qualsiasi è quasi impossibile. San Francisco mi conferma questa teoria: la città è rilassata e viva, e gli Starbucks sono meno delle dita di una mano!

Nella foto: un caffè nel quartiere "Mission", SF.

Coast to coast

Non sono sicuro che questo viaggio coast-to-coast sia salutare, in questo momento...i tre giorni passati a NYC, e quelli che si preparano a San Francisco, in cui siamo appena arrivati, rischiano di sollevare l'angolo del tappeto sotto cui ho nascosto tutta la polvere. La polvere di Pittsburgh, intendo, a cui tutto sommato cominciavo ad abituarmi. Giá in questi giorni, andando in giro per Soho, o anche per upper Mahattan, che non avevo mai visto (camminando per Harlem o per Washington heights, il quartiere dominicano), si aprivano orizzonti sugli USA che avrei potuto vivere...e che forse non mi sarei potuto mai pagare!
Comunque, adesso la scoperta di SF e della west coast! Altre tre ore indietro, che aumentano il gap con "voi" europei (a 9 ore). La città già promette, solo la vista da Alamo square al primo approccio, ieri sera, da cui lo skyline dietro le case tipiche (foto), e tutta la baia piena di luci.
Non vi lamentate: lasciatemi ancora qualche giorno di evasione (suona bene, nella città di Alcatraz), e poi mi implorerete una tregua, la prossima settimana, dal reportage di questo viaggio dall'Atlantico al Pacifico.

Thursday, October 19, 2006

In quota (mille)

Carissimi,

come gia' ho detto piu' di una volta, e dichiarato nella mia personale "costituzione" (primo post in assoluto, mese di agosto, "Genesi di un blog"), e' un piacere trovare dei commenti al risveglio, tra la colazione trangugiata di fretta, quei dieci minuti sui pedali, ed il caffe', purtroppo ancora americano, in ufficio. In effetti il gioco e' un po' da esibizionista/voyeurs, pero' giuro che se fossi a Firenze me lo risparmierei (per non essere indicato di soppiatto all'Esselunga, del tipo "Visto che ha scritto ieri, quel porco?"). In realta' direi che e' piu' un modo di sentirmi vicino, e tendere un qualche filo, mi pare, yankee-italo-catalano-olandese. Per questo preferirei il dialogo al monologo, anche se so che, pur di nascosto, piu' di uno si interessa alle mie vicende: proprio oggi siamo a quota mille contatti da quando, a meta' settembre, ho messo il counter (parte sono miei e di qualcuno che conosco, che ha il blog come pagina iniziale, ma una piccola percentuale, giuro). Mi fa anche piacere che prendiate il blog per parlare dei fatti vostri, sarei anzi interessato ad un approfondimento sulle "gesta tra zucchine e cetrioli...".

Dottornic: e' vero che gli interventi sulle palpebre funzionano meglio dopo un paio di tiri? Scommetto che hai partecipato alla manifestazione di Greenpeace nel quartiere a luci rosse, l'altro giorno. Aspetto le tue avventure, anche privatamente, per email. Beltre: una volta ho trovato il numero di casa di AB in un posto dove ho lavorato (qualche anno fa, sempre negli US). Lo stavo per chiamare, per mandarlo...ma la privacy!!! Comunque, come ho letto su un altro blog a proposito della scrittrice espanyola Maria De la Pau Janer, potrei ripetere lo stesso per il nostro AB:"Em caus fatal!". Quindi, meglio Ramazzotti.

Un grazie in particolare a Rosa, che ha abbandonato il pudore che NON le conosco, per avventurarsi nella lingua italiana (che sta scordando, ma provvederemo!). E' lo spirito che cercavo negli amici catalani (Marc a parte, per cui è ormai troppo facile confrontarsi con la mia lingua). Del resto anch'io mi espongo, quando mi avventuro nel catalano scritto, che non e' certo il mio forte! Rosa: "nuovi" anava molt be', has posat el "(?)" al lloc equivocat, ja que s'escriu "amici", i no "amichi". Esperti di semiotica hanno poi dedotto che tutte quelle varianti delle "papardelle" starebbero per "farfalle" (da "papallones", forse). Un augurio di pronta guarigione, e che questo tempo di meritato riposo ti veda piu' spesso sul blog.

Thanks to yunz,
M.

Wednesday, October 18, 2006

What a mess

Di giorno in giorno, scopro un'elasticità insospettabile. Pensavo che sì, mi sarei potuto allungare abbastanza, ma credevo che ad un certo punto avrei raggiunto un limite, restituendo con violenza l'energia accumulata, o spezzandomi in due.
Il fatto che Mercè noti il disordine e, diciamolo pure, qualche sporadica ragatela negli angoli, la dice lunga sullo stato di questa casa, in particolare per chi conosce Mercè. Provvedo in realtà a pulire i miei personali spazi più di quanto non facessi a Firenze! Ma è la casa in sè, molto grande e un po' decadente, con la sua modernità lasciata agli anni '70, che tende all'entropia: gli armadi della cucina sono strapieni di scatole e bustine stipate come in un tetris perverso, ed i libri, dalla filosofia, al design, alla fisica, conservati da una coltre di polvere sugli scaffali. Il tutto in armonia con l'ambiente urbano, in cui soprattutto le cose pubbliche (dai marciapiedi, alle strade, alle facciate degli edifici), sembrano dimenticate, senza nemmeno il fascino di una bellezza passata, in questo caso.
Concordo che lei stessa, negli anni di via Capponi, sia stata una buona insegnante di caos. In questo alla fine ha vinto, ne è testimone chi ha vissuto da vicino la mia conversione dalla pratica dell'ordine. Ma adesso la ringrazio pubblicamente! Il wu wei di cui parlavi, Marc (lasseiz faire...), anche se non lo applicherei ad uno Stato, lo sento calzare alla perfezione!

top: from www.sonoma.edu
bottom:"Contortionist I" by Alice Sue Chism

Tuesday, October 17, 2006

Vol de nuit

Sembra che arrivare a Pittsburgh dal cielo, durante la notte, faccia vedere le cose da una prospettiva diversa. Le luci che si riflettono sull'Ohio river, ed i ponti, secondi per numero solo a Venezia, potrebbero avere un loro fascino, qui, nella città perduta nel nulla, nell'ormai defunto sito industriale...forse perchè non ci si aspetta niente, si può, per un attimo, restare sorpresi. Anche se si arriva dalla Catanlunya più in voga. E' proprio questo il rischio, che la prima volta pensi che sia orribile, mentre la seconda già "però, non è poi male"...se inoltre per meno di 10 dollari mangi in un ottimo buffet indiano, e nei momenti di sconforto trovi perfino le friselle, la vita può avere non essere da buttare, anche quaggiù. E Fallingwater, la casa di Frank Lloyd Wright, non si fa mancare a nessuno (che altro poi c'è da fare, qui?!).

Insomma, per qualche giorno si può resistere anche a Pittsburgh...anche se, dopo la primissima neve (portata in valigia?), la pioggia battente di oggi, e, soprattutto, gli americani, penso sia già più che abbastanza.
Già comprato il biglietto?

Friday, October 13, 2006

Saggezza veneta

Cito alla lettera, in riferimento alla nostra esperienza oltreoceano:

"Questo e' come un Erasmus triste, si lavora tanto e non c'e' un cazzo da fare"

Firmato AR

Thursday, October 12, 2006

Nota sul caso Majorana

Per chi, prima o dopo il mio post del 18 agosto, si fosse interessato alla vicenda di Ettore Majorana, il compagno DDG (che penso sia stato l'unico, alla fine) mi ha mandato un link a un articolo del Corsera. La prima parte, di cronaca, e' un po' troppo "epica", per il resto fatti noti con qualche considerazione originale.

A risentirci.

Monday, October 09, 2006

Noio vulevon savuar l’indiriss

Ho visto Black Dalia, di Brian De Palma, regista che in verità non amo molto, non tanto per Scarface, quanto per le ultime prove (Femme fatal era veramente "fatal", nel senso catalano, cioè terribile).
Non commenterò il film, perchè credo di aver capito il 5% dei dialoghi. Avrebbe potuto essere in Suomi. Forse lo era. Il mio inglese sta involvendo? Puo' essere, tra italiani, centro-latino americani e catalani che mi parlano in tre idiomi diversi. Talvolta cambio lingua da frase a frase! In più ci sono le conversazioni con taiwanesi, cinesi etc. Ma è strano, perchè altri film continuo a capirli. Comunque, aspetto da voi la spiegazione della trama.

Niente da dire, invece, su Scarlett Johansson, provocante e sofisticata, che si è fatta comprendere perfettamente anche quando stava in silenzio.


Pubblicita' regresso

Siamo in piena campagna elettorale per il rinnovo delle camere, le elezioni di "mezza stagione" (midterm), nel senso che cio' avviene alla meta' esatta del mandato presidenziale. Finalmente ho deciso di accendere il televisore, ed ho trovato l'etere intasato di spot.

Uno sugli altri. Corsa per il senato, rappresentante della Pennsylvania. Una voce elenca una serie di questioni, listate in grafica: "aprire le frontiere agli immigrati, cosi' che possano entrare tutti, anche dai paesi antiamericani" o "smantellare le basi militari, riducendo la sicurezza dei cittadini"...dopo ognuno di questi punti, la voce fuori campo candidato democratico Bob Casey, dice "E' quello che penso di fare!". La voce di Casey e' ovviamente registrata da un qualsiasi discorso pubblico (compresi rumori di fondo), ed astratta dal contesto.
Quindi appare il candidato repubblicano Rick Santorum, col suo taglio di capelli ingessato, classico ma moderno, scalato e ammiccante, che dice:"Se siete d'accordo con questo programma, allora Bob Casey is your guy! Io e mia moglie, invece, che ci preoccupiamo per i nostri figli, crediamo che la sicurezza bla bla bla...I'm RS, and I approve this message".

A parte la moglie, che non si capisce che c'entri, non sembra poi molto diverso dalle ultime politiche italiane. Unica differenza è che qui è montato "ad arte", lì le stesse cose se le urlavano, gli uni sugli altri, dai vari divanetti in pelle umana.

foto: www.kywnewsradio1060

Friday, October 06, 2006

L'estate di Kikujiro

La settimana che se ne va e' stata baciata da un cielo terso e un sole tiepido, quasi costante. Qui la chiamano "estate indiana", mi immagino perche' adesso e' stagione estiva, in India, o, i cinesi, "estate della donna anziana", forse per richiamare i sintomi associati alla menopausa.

Comunuque, clima tardo-primaverile. Che, nonostante la mia settimana lavorativa da wall-street 1929, ho apprezzato, o forse che ha contribuito a lenire l'impatto dei ripetuti incidenti di percorso. Leggevo poco fa del meriggiare pallido e assorto del Beltra su per la Faentina, passando per l'Olmo. Non si puo' paragonare, ma a volte i buchi in cui si intravede la vita vera sono piccole sensazioni, istanti, impressioni, come il contatto con gli elementi d'intorno, il vento che ti sfiora con la bici nel parco, e s'infila tra i raggi, la sera sulla via di casa, quando la strada e' deserta e la discesa ti guida, o il senso di liberta' scartando di lato e tagliando dal prato, per evitare due auto al semaforo. Ed alla fine, l'ingresso nella stradina dei caffe', dove tre luci e due persone ti ricordano l'umanita', prima di fermarti alla meglio pizzeria del paese (Village Pizza, la migliore la fa un'indiano!), ed imboccare il sentiero per casa.

Sara' poco, ma a volte aiuta a mandare al diavolo le persone, ed allo stesso tempo a riconciliarsi con gli uomini e col mondo.

Thursday, October 05, 2006

Te la do io l'America

Due post lo stesso giorno sono davvero troppi, ma dopo quello sul NY Times (vedi sotto), che incensava tutto sommato gli yankee, non posso non dare una visione d'insieme.
Negli ultimi due giorni:



  1. Si sono accorti che da due anni non aggiornavano il database sul quale sto (stavo) lavorando (e meno male che me ne so accorto io...). Almeno 2 settimane di lavoro nel WC.
  2. Il miglior computer che avevano a disposizione per far funzionare la macchina da 10,000$ che dovrei usare era un vecchio laptop con Windows2000 (con cui la macchina ovviamente non funziona). Ci manca poco che mi diano un Commodore64, ma forse sarebbe meglio. Morale, mi sono portato il mio da casa (come dire: con mezzi propri, o pranzo a sacco)!
  3. Il poster per il congressino della prossima settimana me lo devo fare con fogli A4 incollati vicini l'uno all'altro, mentre nel vecchio continente lo avevo sempre fatto grande, come i poster delle maggiorate dal meccanico. Tuttavia, apprezzo l'economia domestica, diciamo che ci voglio vedere un che di anti-consumistico (a volte mi scopro di un disperato ottimismo!).

Resistere, resistere, resistere? Ho un treno che parte alle sette e quaranta, si organizza per sabato sera? Magari a casa di qualcun altro, che la mia ormai e' okkupata...

Sbatti il vecchio in prima pagina

Una volta tanto non solo sensazionalismo, non sparatorie nelle scuole o pedofilia. Oggi siamo (come geriatra), e in particolare, sono (un gruppo di geriatri US, tra cui una delle mie cape, Anne Newman), sulla prima pagina del NY Times. Una sorta di revisione su alcuni degli ultimi studi importanti, l'articolo lancia messaggi semplici: per l'ennesima volta sfata i pregiudizi sull'invecchiamento, che non necessariamente porta all'immobilita' e al rincoglionimento, sottolinea il ruolo chiave del cervello e del cuore, e ripete che per stare bene da grandi bisogna restare attivi, in tutti i sensi (allenandosi fin da piccoli, aggiungo). Insomma, un sacco di advertisement per la ricerca.

A parte l'articolo, il NYT, che cerco di comprare quando lo trovo, resta un giornale di alto profilo. Per il resto, la stampa e' cronachetta e sport, e la TV inseguimenti in SUV per l'autostrada. Sul NYT, invece, c'e' la politica in prima, e a volte non della peggiore, molti esteri, temi sociali, cultura etc. E anche se la domenica pesa due chili, e costa 5$, non mi sembra che sia soggetto alle derive circensi delle nostre maggiori testate (Repubblica in primis, per quanto segua costantemente la versione online, e, in seconda battuta, Corsera).

Fedele al Manifesto, sempre, ma uno strappo per il NYT me lo posso concedere.

Monday, October 02, 2006

Little, little, Italy

Un breve reportage fotografico dalla sagra italiana di Bloomfield, il quartiere abruzzese (dove tutti si chiamano Sciulli, e dove hanno davvero i parchimetri con la bandiera dipinta - foto-).
Un po' di cibo pseudo-nostrano c'era. Il resto, data anche la giornata piovosa, si coomenta da solo.