Wednesday, February 21, 2007

Profonda amarezza...

Non che il governo progressista avesse dato un nuovo volto al Paese, ma l'idea di tornare alla destra e' avvilente. Non so chi di voi ha seguito, ho solo letto la cronaca e la dichiarazione di Giovanni Russo Spena, che in questi primi momenti sento di condividere, per motivare l'appoggio del PRC alla mozione.

Non so chi possa essere convinto che tornare a quella destra non avra' conseguenze effettive sulla vita delle persone. L'impressione che siamo un Paese incurabile e' sempre piu' forte. Doveva succedere, forse. Ma provo davvero una profonda tristezza e difficolta' a rapportarmi a gli eventi, in questo momento.

Fatemi sapere come si sta vivendo questa fase e cosa succedera'...

17 comments:

Marco Inzitari said...

Segnalo che wiki italiana su Franco Turigliatto e' gia' stata aggiornata per i prossimi 5 anni...

http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Turigliatto

Piu' grave ancora mi sembra l'aver candidato un mercenario come De Gregorio.

Marco Inzitari said...

Anche D'Alema comunque continua a metterci del suo, con queste prese di posizione da politico puro integralista (dichiarando che il governo sarebbe caduto se la mozione non fosse passata)...dovrebbe aver capito come funzionano le cose in Italia, ormai...

Anonymous said...

tecnicamente non sono tenuti a dimettersi... tecnicamente...
Katia

Marco Inzitari said...

Rossi e' peggio di Turigliatto...ora dice "e' il mio governo e votero' la fiducia"...ma vaffanculo, Rossi! Almeno avessero la forza e il coraggio di fare la rivoluzione, questi irresponsabili!

Viva la Nato, che l'Italia sia annessa al Vaticano!

herdakat said...

Anch'io sono avvilito. E sono tutt'altro che stupito per il 'passo falso' di D'Alema che con questo ha fatto cascare due governi Prodi su due. Una manica di irresponsabili senza vergogna. Riescono ad essere peggiori del pessimo paese che rappresentano. Berlusconi ha vinto quando la legge di Craxi sulle telecomunicazioni gli permise di tenere il monopolio delle televisioni private. Questo paese senz'anima è fottuto, altro che Argentina.

Davide said...
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Davide said...

E' vero che tecnicamente non sono tenuti a dimettersi. ma di fatto la mozione era stata posta come questione di fiducia ("se non passa andiamo tutti a casa").
E' uno scandalo? Un'ingenuità? Una posizione da "politico puro"?
Non credo. A me sembra un chiaro e trasparente richiamo alla responsabilità della maggioranza: in un paese normale sulle questioni importanti il governo deve avere il sostegno della sua maggioranza. E la politica estera, sopratutto di questi tempi, è una questione importante.
Bene che si sia fatta chiarezza, almeno adesso non ci nasconderemo dietro improbabili foglie di fico.

Il radicalismo politico è una gran bella cosa: porta novità, cambiamento e progresso.
Nel lungo periodo, però, non quando la stabilità del governo si regge su uno o due voti.
Il radicalismo, almeno quello nostrano, probabilmente non si addice al governo del paese. E dal momento che non è la prima volta che ci troviamo in questa situazione, dovremmo cominciare ad imparare dagli errori.

Quanto è successo è anche un chiaro richiamo alla responsabilità dei nostri partiti.
Con l'attuale legge elettorale, che prevede la compilazione di listini di candidati praticamente blindati e ordinati, senza nessuna possibilità di esprimere preferenze, sono le segreterie di partito che decidono chi sarà parlamentare e chi no.
Se Franca Rame, Franco Turigliatto, Fernando Rossi e De Gregorio sono parlamentari, lo sono perché l'hanno voluto le rispettive segreterie di partito, e nessun altro.
Mi pare però che nessuno abbia recitato mea culpa...

Che chi di dovere si assuma le proprie responsabilità.
E non lamentiamoci se domani mattina ci sveglieremo con Follini nel governo di centrosinistra.

Good night and good luck.
D.

Marco Inzitari said...

D'accordo su tutto Dawood, di fatto D'Alema mi è anche piaciuto come ministro degli esteri. Purtroppo non vedo vie d'uscita. Un debole Prodi bis (forse resta la cosa migliore se si mettono in testa di cambiare la legge elettorale)? Larghe intese vaticane? Nuove elezioni con questa legge elettorale? Per questo dico che D'Alema si poteva risparmiare l'enfasi...non dico che non abbia ragione, in questo caso.

herdakat said...

Credo che la Rame, che comunque è nel gruppo indipendente, abbia votato a favore della mozione del governo. Dawood, secondo me ti contraddici, dici che il governo ha bisogno della maggioranza e poi dici che i l'ala radicale avrebbe dovuto essere più pragmatica. Se pragmatico (e realista ) fosse stato D'Alema (che da sempre si proclama il re dei pragmatici, principe del realismo) a questa situazione non ci saremmo arrivati.
Anche perchè, pensandoci, di fatto il governo sulla politica estera una maggioranza, e per giunta larga , ce l'ha. Trasversale quanto mai, ma ce l'ha. Bisogna vedere poi se questa maggioranza è rappresentativa degli umori del paese. Visto che il rischio è quello di un ritorno alle urne, con, già accettata dalla sinistra, sicura vittoria di Berlusconi (mi piace questo atteggiamento mentale dei partiti del centro sin...) un po' più di pragmatismo non avrebbe guastato. E poi già che c'erano prima potevano fare la legge sul conflitto di interessi e la legge elettorale. Questi si sono affacciati, hanno fatto una finanziaria che scontenta quasi tutti, a loro detta dura e necessaria, e poi adesso spariscono lasciandoci altri dieci anni di berlusconismo senza freni...

Davide said...

La Rame è nel gruppo di Italia dei Valori, e fino alla mattina di ieri diceva che avrebbe votato contro. Poi non l'ha fatto, bontà sua, ma non credo che si possa stare per cinque anni sotto ricatto continuo.

Per radicali non intendo solo gli aderenti al partito radicale, ma tutta l'ala "radicale" dello schieramento di centrosinistra, che non mi pare si renda bene conto dei rischi che stiamo correndo.

Ma il punto è un altro.
E' compatibile il radicalismo con il governo del paese?
Secondo me è una contraddizione in termini, e con questo non voglio esprimere giudizi negativi sui "radicali" (nel senso di cui sopra).
Le idee radicali sono utili e salutari per la democrazia, perché consentono di mettere all'ordine del giorno della discussione politica idee e problemi che altrimenti i conservatori non si sognerebbero mai di discutere.
Ma il governo, ci piaccia o no, è mediazione e compromesso. E non dico tra destra e sinistra, perché allora si sconfinerebbe nel trasformismo...
Quando però forze politiche si mettono insieme su un programma di governo è normale e fisiologico che le posizioni più radicali siano messe da parte, quanto meno dal programma.

Non ho mai detto che "l'ala radicale doveva essere più pragmatica".
Purtroppo constato che il radicalismo non si addice al governo del paese, ecco tutto.

Qualcuno mi spiega il senso di un sottosegretario (e quindi di un esponente del governo) che partecipa ad una manifestazione contro il suo stesso esecutivo? Di un presidente della camera (terza carica dello stato, che per definizione dovrebbe interpretare il suo ruolo con altissima imparzialità) che afferma che avrebbe voluto partecipare al corteo?
E con questo non voglio dire che il problema di Vicenza non sia serio e che le posizioni espresse dalla popolazione non siano giuste. Ma la piazza è per definizione "radicale"; gli esponenti del governo del paese, per di più con una maggioranza come quella che ci ritroviamo, però, una presa di posizione del genere, nei termini e nei toni in cui l'abbiamo vista, non se la possono permettere.

Se poi per pragmatismo intendiamo altro, non so...
La maggioranza "trasversale" sulla politica estera non mi interessa e non mi appassiona nemmeno un po'. Se il governo non è in grado di camminare sulle sue gambe, meglio che si torni alle urne, e meglio ancora sarebbe se qualcuno si prendesse la responsabilità politica di quello che è accaduto.

Non so se condividere o meno la scelta di D'Alema di esplicitare in quei modi il significato del voto di ieri.
Ma anche se non avesse detto quelle parole, la sostanza sarebbe stata la stessa.
All'ordine del giorno erano le linee generali della politica estera del governo.
Allora chiediamoci: su questo punto, di un'importanza politica basilare, c'è una maggioranza politica oppure dobbiamo contare sul voto trasversale, o su quello di Andreotti e Cossiga?
Se poi a D'Alema e al governo, in nome di un malinteso pragmatismo, chiedevamo di subire la sconfitta al senato su una questione del genere facendo finta di niente...
Non mi sembra una questione di pragmatismo, ma di responsabilità politica.

Pensate che con questa maggioranza e questi numeri sarebbe stato possibile approvare in nove mesi (con la finanziaria nel mezzo) una nuova legge elettorale (che forse non piacerebbe a Prc) e una legge sul conflitto di interessi? A me paiono pie illusioni, anche perché si tratta di regole generali della democrazia, che in teoria andrebbero condivise con la parte più ampia possibile delle forze politiche rappresentate in parlamento.

Ripeto, le segreterie dei partiti hanno scelto i parlamentari. E se c'è gente che interpreta il suo ruolo come l'ago della bilancia di turno, è tutta colpa sua e di chi lo ha messo su quel seggio.

Mala tempora currunt...

D.

Anonymous said...

"Si capisce, uno ha tutto il diritto di coltivare i suoi ideali integerrimi.
E di sentirsi eletto dal popolo lavoratore anche se è stato spedito in Senato da una segreteria di partito.
Uno ha tutto il diritto di rivendicare purezza e coerenza, così non si sporca la giacchetta in quel merdaio di compromessi e patteggiamenti che è la politica.
Però, allora, deve avere l'onestà morale di non fare parte di alcuna coalizione di governo. E deve dirlo prima, non dopo.
Deve farci la gentilezza di avvertirci prima, a noi pirla che abbiamo votato per una coalizione ben sapendo che dentro c'erano anche i baciapile, anche i moderatissimi, anche gli inciucisti. A noi coglioni che di basi americane non ne vorremmo mezza, ma sappiamo che se governano gli altri di basi americane ne avremo il triplo.

Invece no: questi duri e puri se ne strafottono della nostra confusione e della nostra fatica. Prima salgono sulla barca della maggioranza, poi tirano fuori dal taschino il loro cavaturaccioli tutto d'oro e fanno un bel buco nello scafo, per meglio onorare la loro suprema coerenza e la nostra suprema imbecillità.
Un bell'applauso ai Cavalieri dell'Ideale: tanto, se tornano Berlusconi e Calderoli, per loro cosa cambia?
Rimarranno sul loro cavallo bianco con la chioma al vento".

Michele Serra, 22 febbraio 2007.

Postato da Dawood.

herdakat said...

Anch'io per radicali intendevo l'ala radicale del centro sinistra. Per il resto ti do pienamente ragione e per la prima volta dopo secoli sono super d'accordo anche con Michele Serra. Solo che ci tenevo ad affermare che anche D'Alema ad uscirsene con un aut aut su una cosa sulla quale non sapeva se avrebbe vinto ha fatto, perdonate il francesismo una bella cazzata. Una bella colpevole cazzata. Bertinotti farebbe bene a tacere più spesso, il sottosegretario secondo me non ha fatto nulla di strano. Un sottosegretario può essere benissimo contrario ad una decisione del governo. E' solo perchè i preti non fanno processioni a tema che mezza coalizione di (ex)governo non è scesa in piazza contro i dico. Ma per il resto ribadisco il mio completo accordo con quanto scrivi.

Anonymous said...

nel mio studio si stenta fortemente a credere che Andreotti non avesse sufficiente esperienza politica per capire cosa stava accadendo...
Katia

Marco Inzitari said...

Di nuovo,

due note in fretta e furia:

-d'accordo sull'importanza della politica estera, anche se forse Afghanistan e forse nemmeno Vicenza, a questo punto, erano in cima all'agenda del Governo in questo momento. Fosse caduto sull'Iraq forse avrei capito di più, per questo dico che D'alema avrebbe potuto essere più prudente.
- Infondo il Vaticano vince sempre: se non si fa un Prodi bis, addio Dico, per esempio.
- Dawood, mi è molto piaciuta l'idea dell'importanza del radicalismo nel lungo termine, e che ora era importante mantenere gli equilibri e sacrificarsi, purtroppo.
- Devo anche dire che Serra ha ragione, ma è anche vero che la gente come Turigliatto qualcuno rappresenta, nel Paese, quindi non è detto che PRC o altri abbiano sbagliato. Bisogna vedere quanti della sua corrente erno stati candidati etc. Però quando si è in un partito ed eletti in un partito non si può essere del tutto indipendenti su decisioni così importanti. Legittimo partecipare alla manifestazione, anche perchè è facile non essere d'accordo su tutto in una maggioranza così eterogenea. Magari poteva aspettare e dimettersi, così avrebbe mantenuto la sua coerenza e magari qualche risultato materiale in più (che, ancora una volta, a questo punto i vicentini richiano di essere evacuati a marghera per far posto all'intero comando NATO!).

Ripeto che continuo a non disapprovare la linea generale di PRC, che sta mostrando grande responsabilità ancora oggi (fino alle larghe intese!!!). Credo che il partito stia maturando, nonostante tutto. Non era facile ottenere una coesione 100%.

Fa bene sentire la vostra voce, comunque. Grazie.
M.

Marco Inzitari said...

Katia,

certo che non si poteva pensare di fare affidamento su Andreotti, ma l'esperienza politica
ce l'ha eccome, e se non sbaglio lui stesso ha presentato una mozione che, come quella di D'Alema, sosteneva il rifinanziamento della missione in Afghanistan...ma chi si aspetta piu' nulla da Andreotti? Io credo che ci siano vecchi DC e vecchi DC, e Andreotti, per tante ragioni ed evidenze, non e' certo della levatura morale di Scalfaro!

Marco Inzitari said...

Maledetti cattolici, sempre ottimisti nonostante tutto! Grazie Gabri. Io ci vedo solo merda, a questo punto. E mi sembra che sui Dico la cosa piu' probabile e' che finiscano nel dimenticatoio, di fronte all'emergenza afghana, come gia' strombazza Mastella. Se poi, come da presagio di Dawood, Follini diventera' il salvatore della patria, matrimonio dopo il primo bacio.

Di fronte a tutto questo, continuo a chiedermi se sia stato giusto esonerare Gigi Radice, a suo tempo! "Beve e non..."...(sintomi della disperazione!).

herdakat said...

Beh, io sono stato a lungo militante di Rifondazione, lo ero al momento della fine del primo governo Prodi e ero perfettamente concorde con la linea del partito. Tutt'ora rivendico quella scelta, nella quale comunque, voglio ricordarvi, c'era più di un semplice zampino dello spocchiobaffo come lo chiama Grillo. E se ci troviamo davanti ad un fiasco di vino rosso una sera vi spiego anche il perchè.
C'è una bella differenza con allora. Anzi, le differenze sono tante. La più grossa? Dieci anni di governo Berlusconi alle spalle. La seconda più grossa? Altri dieci anni di Berlusconi davanti o altrimenti 100 anni di grande centro, sudditi del vaticano...
L'altra volta si arrivò allo strappo dopo un lungo trattare della segreteria di RC con il governo, questa volta dopo il voto sbagliato di quattro coglioni, non voglio sapere se stupidi, maligni o pagati, certo irresponsabili e criminali.