Friday, March 02, 2007

Bus life

Quando alle otto di mattina , subito prima di entrare al lavoro, l’anziana conduttrice di colore ti saluta:” Have a nice day, sweet heart”, la giornata si mette subito bene. E’ la stessa che aspetta anche se e’ scattato il verde, quando ti vede sbucare di corsa da dietro la cantonata. Altri, invece, sono meno cortesi, non aprono la porta di dietro per farti scendere anche se nell’autobus c’e’ la calca e per arrivare a quella anteriore devi spalmarti su tutta la fila. E poi non te la mettono mica facile, da queste parti: si paga o si mostra la tessera al salire se da fuori citta’ si va in direzione di downtown, viceversa si paga all’uscita. E’ curioso, sara’ pure per una questione di traffico, pero’ crea sempre una certa confusione... e ti trovi pure quelli incazzati, che, se ti vedono dubitare, gridano in tono marziale: “Only when you get off!”. Quasi nessuno paga, ne’ gli studenti e i dipendenti dell’Universita’, ne’ gli anziani. Il che include i tre quarti della popolazione. Un dollaro e 75 la corsa, se ce l’hai precisi bene, senno’ lasci due. Ma gli autisti buoni, se non hai il cambio, ti fanno cenno di tirare dritto. Tipico e’ quello seduto in prima fila che dorme. Ce n’e’ sempre almeno uno, di solito afro-americano, di una certa eta’, che occupa due sedili. Forse e’ di serie. La testa che gli balla, un sacchetto del supermercato, il giubbotto consunto che si fonde con la fodera dei sedili, di un tessuto sdrucito rosa, con disegnati, una volta, giochi floreali.

4 comments:

Anonymous said...

grazie è molto bello questo che hai scritto.

Marco Inzitari said...

Incu, mi sta a pigliare per le mele?

Anonymous said...

None. E' bello davvero!

herdakat said...

Sai, l'espressione 'anziana conduttrice di colore', fa pensare ad Oprah, non ad una autista di autobus... per il resto, bel post!