Tuesday, March 20, 2007

Appunti sulle proteste al quarto anniversario, 1° parte

la fiaccolata di venerdì 16 Marzo.

Manifestare nel cuore dell’Impero è una bella sensazione. Soprattutto perché capisci che anche qui molta gente non vuole (più?) la guerra in Iraq.

Quattro ore in macchina dividono Pittsburgh da Washington DC. Venerdì nevicava, e sulla Turn Pike le spargisale te lo spargevano addosso, il sale, alterando la visibilità più della neve stessa. La conversazione con Enrico è stata ampia e piacevole.

La cattedrale di Washington era affollata da una moltitudine di cristiani per larghissima parte non cattolici, che cantavano e ascoltavano testimoni dall’Iraq, o leggevano i passi delle mamme dei soldati morti, o le ultime lettere dei loro figli. Sarebbe stata un buon brodo di coltura per quelli che da noi si chiamano catto-comunisti, tra cui alcuni miei buoni amici.

La fiaccolata è partita alle otto di sera, e, contro un vento gelido retro-invernale, in poco più di due ore ha coperto le 3 miglia e mezzo fino alla Casa Bianca, presidiata da pochi agenti in tenuta antisommossa. “We shall overcome”, soffuso e pacato, a più riprese accompagnava una leggera nevicata.

Joe G , un uomo tra i 60 e i 70 dal tipico aspetto di (non)catto-comunista (dalla barba bianca alla giacca a vento da montagna blu, capito il tipo?), era il contatto di Enrico. Quando ho chiesto a Joe se avrebbe partecipato alla manifestazione del giorno dopo, mi ha risposto candidamente che la moglie aveva in programma di farsi arrestare, quella sera, e che il giorno dopo l’avrebbe dovuta supportare mentre era dietro le sbarre. Wanda, all’ultimo momento, ci ha ripensato, e verso le tre di notte se ne è tornata a casa. Ma altri duecento, età media dei miei genitori, hanno placidamente violato la zona di sicurezza davanti alla White House, sono stati ammanettati e perquisiti a uno a uno, e caricati su autobus di linea fino al commissariato. Avevano ricevuto uno specifico corso per la disobbedienza civile, compresa lezione di diritto, e al mattino erano già a piede libero. Per gli altri, che non avessero fatto il corso, un volantino raccomandava di astenersi dall’arresto, please.

Dopo mezzanotte qualsiasi città americana è deserta, e W non fa eccezione, neanche di venerdì sera. Il nostro viaggio in subway verso il quartiere di Adams Morgan, alla ricerca di cibo, è stato un mezzo fiasco. Comunque, io ero con un panino dalla mattina, e a quell’ora qualche pizza slice in un buco con 20 libanesi al servizio e un solo avventore, a parte noi, è andato più che bene.

Verso l’una ci stendevamo sui divani di una scuola, e nè l’uomo il cui russare fa tremare la pareti né l’andirivieni di Wanda hanno disturbato il nostro sonno, dopo una lunga giornata.
PS: E' possibile cliccare sulle foto per ingrandirle...

7 comments:

Pluto said...

hai avuto anke la possibilita' di incontrare la mitica Lajules ?

Marco Inzitari said...

Ciao, quanto tempo...purtroppo no, ci siamo sentiti, ma era malata. Forse e' destino che dobbiamo rimanere solo entita' virtuali.

Marc Arza said...

Sort que no et vas fer detenir. Puc imaginar-me el titolar de l'endemà: "Radical demonstration of, mostly, foreigners against the war".

Van cantar allò tan bonic the "war is not the answer, war is not the answer..."?

Marc

Lajules said...

Non mi dire che hai mangiato la famigerata Jumbo Slice ad Adams Morgan!

Cmq mi dispiace tantissimo non essere potuta venire. Alla prossima manifestazione, temo ce ne sara' occasione... (speriamo non per il quinto anniversario di questa carneficina).

Marco Inzitari said...

Marc, la nit del divendres ha sigut tant tranquilla que "war is not the answer..." haugues sigut massa violent, diria.

Lajuels, per il posto in cui siamo andati famigerato sarebbe stato un grosso complimento. Non ho idea di come si chiamasse, in realtà.

Saluti a tutti,
M.

Davide said...

beh, per chi ci crede Dio è esistito ed è anche venuto a parlare con gli uomini.

D.

Anonymous said...

"Manifestare nel cuore dell’Impero è una bella sensazione."
...che esperienza. Ricordavo proprio stamani una manifestazione milanese inospitale...