Tuesday, January 15, 2008

Incidente diplomatico

Come facevo ad astenermi, come facevo, ditemelo voi! Anche se sono le 23.18, e, di ritorno da Barcelona sono andato direttamente a cena con un simpatico coreano a Firenze - ma è un'altra storia -, non potevo. Soprattutto dopo che sulla "super"strada da Pisa Aeroporto a qui mi sono sentito Radio Zapping di Aldo Fovbice, che si dice sia la punta di diamante della radio italiana, almeno come ascolti, ma che personalmente ho sempre trovato insopportabile per quel dogmatismo da realpolitik che mi pare evidente.

Insomma, il papa alla Sapienza! Tutti gli opinionisti sentiti da Fovbice, oltre che tutti gli ascoltatori al telefono, ribadivano la stessa tesi (pluralità utile per la dialettica, tra l'altro!)...che la libertà di opinione è morta, in Italia, visto che si è impedito al papa di parlare all'Università. Dicevano: tutti avrebbero il diritto di parlare, poi magari alcuni possono dissentire, criticare o protestare. Bene, avanzerò una tesi semplicistica, e mi piacerebbe che qualcuno la discutesse: di fatto, nessuno ha minacciato la vita del papa. Il sommo è stato invitato, alcuni professori hanno protestato ufficialmente, e alcuni studenti hanno annunciato un sit-in, come protesta. Al che il papa, non saprei esattamente per quali motivi, ha ritrattato la propria partecipato. Insomma, 1) proposta, 2) dissenso - la libertà è anche poter esprimere un dissenso relativamente a priori, cioè sapendo chi è questo papa e come la pensa su molti temi, o no? - e 3) retro front, col discorso che verrà comunque inviato e letto. Cosa c'è di scandaloso o di diverso dal modus operandi che gli interlocutori di Fovbice ritengono corretto ? C'è da considerarlo un incidente diplomatico con la curia di Roma - di cui è il vescovo - con lo Stato del Vaticaro - di cui è il presidente - con il cielo - di cui è il rappresentante in Terra? O è vero che in questo Paese sul papa e le sue idee non si può discutere?

Se poi questa uscita di scena sia stata una mossa studiata, ad effetto, non sta a me dire...

Troppo semplice? "Pole la donna permettersi di pareggiare con l'omo?..."*. Il dibattito, volendo, è aperto.

*Da "Berlinguer ti voglio bene", di G. Bertolucci, con R. Benigni
Foto: copertina de il manifesto, 20 Aprile 2005

5 comments:

Anonymous said...

Ell'OMMO?

herdakat said...

Volendo potevi intitolare questo post 'cose che solo in Italia III'... Di fatto ne parlo anche nel mio blog: l'operazione che sta facendo il Vaticano, da qualche anno in qua, con il micidiale destro-sinisto Giovanni Paolo II - Benedetto XVI è spaventosa, vogliono passare per vittime, vogliono farsi vedere minacciati, quando in Italia hanno uno strapotere assoluto. Spaventa il fatto che lo facciano con questi mezzi. Chiamare censura un atto di protesta è una cosa tremenda. La censura è un'arma del potere, la protesta è un arma dei deboli, confondere le acque è una cosa schifosa.

Marco Inzitari said...
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Davide said...

Provo a dire la mia.
Se non fosse stata una precisa mossa propagandistica del rettore (fatta per questioni accademiche o per scopi pubblicitari), si potrebbe dire che l'invito rivolto al papa a tenere la lectio magistralis all'apertura dell'anno accademico è stato un tragico errore.
Prima di tutto strategico: ci si sarebbe potuti immaginare che una personalità come quella di Benedetto XVI, con le sue idee arcinote in materia di scienza, morale, famiglia etc., avrebbe causato forti polemiche e manifestazioni. Il prestigio della Sapienza è stato messo in discussione a causa di una strategia miope.
Ma secondo me l'invito è stato un errore anche di sostanza.
Si trattava dell'apertura dell'anno accademico, ovvero di un "rito" dell'università, luogo di ricerca e di discussione, anche aspra, di idee ed opinioni.
L'operazione avrebbe potuto avere un senso se Ratzinger non fosse stato papa: un teologo che si confronta con altri scienziati e ricercatori e mette sul tappeto il proprio pensiero attraverso una lezione (magistrale).
Ma l'invito è stato rivolto al PAPA, ovvero alla massima autorità della gerarchia cattolica, che rispetto a ciò che dice in materia dogmatica è anche assistito dal dogma della infallibilità.
Dunque, la lezione del papa non avrebbe mai potuto essere, da parte sua, un atto di partecipazione ad un dibattito scientifico "tra pari".
Detto questo, non si può negare che ad un certo punto la situazione sia sfuggita di mano.
Mi pare più che legittimo il dissenso espresso dai professori.
Una protesta espressa nei modi in cui è stata manifestata (striscioni e sit-in, per giorni prima dell'avvenimento), però, mi pare sia andata un po' sopra le righe.
Anche perché ci si poteva aspettare la reazione vittimistica delle gerarchie cattoliche, con il risultato che vediamo in questi giorni: l'intero arco parlamentare che condanna la Sapienza; ovazioni di papaboys universitari a reti unificate in San Pietro.
E il faticoso cammino verso la laicità dello Stato che stenta a riprendere.

Marco Inzitari said...

Accurato ed asciutto come sempre. Grazie, Da.